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Cern,in Lhc prime collisioni record, nuova pagine fisica

Ottenuta la prima collisione a energia record nell'acceleratore di particelle Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra, che apre oggi una nuova pagina della fisica. Prende così , dopo oltre tre anni di aggiornamento e manutenzione, il terzo periodo di presa dati (Run 3), che per i prossimi 4 anni lavorerà a 13,6 TeV, pari a 13,6 trilioni di elettronvolt: un'energia che fornirà una precisione e un potenziale di scoperta mai raggiunti prima. I protoni saranno inoltre concentrati su una dimensione del fascio inferiore a 10 milionesimi di metro): un aumento del tasso di collisione che può aprire la via a nuove scoperte. 

Dal 5 luglio, ha detto Gianotti all’Ansa, “LHC funzionerà a un’energia senza precedenti. Ogni volta che si fa un salto di energia e si aumenta l'intensità dei fasci, e si producono più collisioni, si rafforzano le nostre opportunità di scoprire nuove particelle e nuovi fenomeni, ma anche di misurare con maggiore precisione le particelle che conosciamo. Penso in particolare al bosone di Higgs, che è una particella chiave per capire come funziona la fisica fondamentale e quindi l'universo", ha aggiunto.

Inoltre, ha precisato la direttrice del Cern, anche "i rivelatori sono stati migliorati,. Abbiamo quindi la possibilità non soltanto di raddoppiare i dati raccolti, ma di migliorare le capacità di analisi, grazie a migliori prestazioni dei rivelatori e  tecnologie di analisi avanzate basate su Machine Learning.” 

Dopo più di tre anni di aggiornamento e manutenzione, il 5 luglio Cern darà il via all’atteso 'Run 3', durante il quale l’acceleratore funzionerà ininterrottamente per quasi quattro anni a un’energia di collisione pari a 13,6 trilioni di elettronvolt (TeV), fornendo agli esperimenti una precisione senza precedenti e un incomparabile potenziale di scoperte. 

Tutti e quattro i principali esperimenti di LHC hanno infatti subito miglioramenti significativi: ATLAS e CMS prevedono di registrare più collisioni nel Run 3 di quelle delle due precedenti fasi messe insieme. L'esperimento LHCb è stato completamente aggiornato e prevede di aumentare di dieci volte la velocità di acquisizione dei dati, mentre ALICE mira ad aumentare di cinquanta volte il numero di collisioni registrate.

Tra i molti obiettivi che potrebbero ora essere a portata di mano dei ricercatori del Cern di Ginevra, nel cassetto dei sogni di Fabiola Giannotti c'è quello di "scoprire la particella che costituisce la materia oscura dell’universo. Sappiamo che l’universo contiene circa il 25% di materia oscura e poter scoprire la particella che la compone sarebbe chiaramente un passo enorme”, ha sottolineato la direttrice del Cern. 

Responsabile dell’esperimento Atlas al momento della scoperta del bosone di HIggs, Fabiola Gianotti ricorda ancora con emozione quel giorno, quando esattamente dieci anni fa il 4 luglio 2012 il CERN annunciava la scoperta della "particella di Dio": “una giornata favolosa, di una gioia immensa, mia personale e per tutta la comunità della fisica delle particelle, tutti coloro che hanno partecipato e contribuito all’impresa. Un lavoro di migliaia di fisici, ingegneri,tecnici durante diversi anni. Per un ricercatore non c’è nulla di più gratificante che scoprire una nuova particella".

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