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Covid, per il virologo Broccolo è necessaria chiarezza sulla 'nuova normalità'

E' necessario definire la nuova fase di 'normalità', "con una nuova campagna di comunicazione che definisca chiaramente come utilizzare le mascherine e il distanziamento, le regole per lo screening e l'isolamento": lo rileva il virologo Francesco Broccolo, dell'Università di Milano Bicocca. "Va chiarito che cosa sia questa nuova normalità: quanti malati siamo disposti ad avere al giorno e quanti morti siamo disposti ad accettare", ha detto l'esperto all'ANSA. "In questo momento - osserva - sarebbe rischioso e presuntuoso, da parte dei decisori politici, pensare di togliere isolamento".

Il virologo rileva infatti che "il virus si sta evolvendo: la sottovariante BA.5 sta sostituendo la BA.2 e l'Italia si avvia a uno scenario simile a quello del Portogallo, dove attualmente la BA.5 è responsabile dell'85% dei casi. Anche in Francia e in Gran Bretagna stanno aumentando i ricoveri nei reparti" ordinari", aggiunge.
"In questo momento andrebbero definiti gli obiettivi della nuova normalità, per esempio quanti casi e quanti decessi da Covid-19 il nostro Paese è disposto ad avere".

Va inoltre chiarito che cosa significa che attualmente il virus SarsCoV2 provoca una malattia lieve: "su questo c'è un grande punto interrogativo perché studi in vitro mostrano che non è così. Il motivo per cui i sintomi sono in gran parte lievi potrebbe essere nel fatto che la popolazione è super immunizzata". Va poi chiarito il significato di 'endemia': "è un termine che indica che il virus circola normalmente, ma generalmente un virus endemico si ripresenta a intervalli regolari, come l'influenza. E' un termine che indica come il virus sia localizzato, ma non deve far credere che non sia un problema: basti pensare che in Africa il virus Hiv responsabile dell'Aids è endemico".

Andrebbero infine "definite le strategie perché i farmaci antivirali oggi disponibili siano utilizzati al meglio. Per esempio - rileva - sappiamo che nei pazienti immunodepressi l'infezione può essere persistente anche per mesi e dare origine a nuove sottovarianti, oltre che a un decorso infausto della malattia". Tutti questi aspetti, conclude l'esperto, "vanno affrontati adesso, non in autunno".

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