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Trovate le prove della crisi finanziaria citata da Cicerone

Nella composizione di alcune monete del I secolo avanti Cristo sono state trovate le prove della pesante crisi finanziaria che colpì Roma durante il conflitto con gli alleati italici e che venne citata con parole enigmatiche da Marco Tullio Cicerone nel suo trattato 'De Officiis'. Lo studio, che rivela una svalutazione monetaria molto più pesante di quanto ipotizzato finora, è stato condotto dai ricercatori britannici delle università di Warwick e Liverpool nell'ambito di un progetto quinquennale sostenuto dal Consiglio europeo della ricerca (Erc).

I risultati sembrano mettere la parola fine all'annoso dibattito tra gli storici che per lungo tempo si sono chiesti cosa intendesse dire Cicerone con la frase "in quel periodo il valore della moneta oscillava in modo tale che nessuno era in grado di sapere quanto possedesse". Per chiarire la questione, i ricercatori britannici hanno analizzato alcuni esemplari di denario, una piccola moneta d'argento.

"La tecnica minimamente invasiva che abbiamo usato per prelevare campioni da queste importanti monete ha rivelato un calo significativo del valore del denario", osserva l'archeologo Matthew Ponting, dell'Università di Liverpool. La moneta, che intorno al 91 a.C. veniva realizzata con argento puro, si è poi talmente svalutata che nel giro di cinque anni la percentuale di argento è scesa prima al 95% e poi al 90%, in alcuni esemplari addirittura all'86%.

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