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Vaccini nuovi, l'Oms risponde all'appello degli scienziati

Risponde a un appello che la comunità scientifica sta facendo da mesi, la dichiarazione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) sulla necessità di sviluppare vaccini anti Covid con un alto impatto sulla prevenzione della trasmissione, oltre che della malattia.

"E' un appello che la comunità scientifica sta facendo da mesi", ha commentato il virologo Francesco Broccolo, dell'Università di Milano Bicocca. Nella stessa direzione va, secondo l'esperto, quanto ha dichiarato anche l'Agenzia europea di medicinali (Ema) sulla mancanza di dati a sostegno di un'ulteriore dose booster.

"Ci stiamo accorgendo che rincorrere il virus non è una soluzione vincente. Sotto pressione selettiva, infatti, il virus continua a mutare, mentre stiamo continuando a utilizzare il booster di un vaccino progettato per rispondere alla proteina Spike del virus SarsCoV2 originario. Di conseguenza - ha rilevato il virologo - per avere una copertura della malattia sono ormai necessari richiami sempre più ravvicinati e la cui durata della protezione non è di fatto nota".

Sull'ipotesi di una quarta dose a distanza 4 o 5 mesi, Broccolo ha osservato che "nella storia della vaccinazione non si è mai andati oltre tre dosi" e che "non è alzando titolo anticorpale che si arriva alla protezione, se gli anticorpi non sono specifici contro la variante in circolazione". Continuare su questa strada significa proseguire in una "strategia che rincorre il virus".

Seguire una nuova strategia significa invece "utilizzare vaccini aggiornati sulle ultime varianti e, soprattutto che tengano presente anche altri bersagli che modulano la protezione"; significa inoltre avere "vaccini capaci di bloccare l'infezione, come quelli spray". Questi sono ideali, considerando che "il virus entra nella mucosa nasale dove sono espressi molti recettori del virus SarsCoV2. Di conseguenza intervenire con il vaccino sulle mucose significa bloccare la principale porta d'ingresso del virus".

I vaccini attuali vengono invece iniettati intramuscolo e producono anticorpi nel sangue, ma il virus nel sangue è poco, anche nei pazienti malati". 

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