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Omicron: da linfociti T protezione al 70-80% contro variante

(ANSA) - ROMA, 30 DIC - Anche se gli anticorpi sviluppati con una precedente infezione o con la vaccinazione non riescono a riconoscere e bloccare la variante Omicron, la seconda linea di difesa rappresentata dai linfociti T è ancora efficace e protegge contro le conseguenze più gravi della malattia. È quanto emerge da uno studio condotto dall'University of Cape Town, in Sudafrica, e reso disponibile in pre-print sul database medRxiv.

I ricercatori hanno utilizzato i linfociti T sviluppati in risposta alla vaccinazione da un piccolo gruppo di persone che aveva ricevuto una o due dosi di vaccino Johnson and Johnson o due dosi di vaccino Pfizer/BioNTech o erano guarite dall'infezione. Hanno quindi esaminato la capacità delle cellule T di combattere la variante, riscontrando che, anche se si osservava una riduzione della capacità di riconoscere la variante, la quantità di anticorpi efficaci rimaneva molto alta.

"Se misuriamo il cambiamento di protezione contro Omicron rispetto a quello contro il virus originale, vediamo che il 70-80% delle risposte delle cellule T sono preservate", ha illustrato su Twitter una delle autrici dello studio, Wendy Burgers dell'University of Cape Town. "Ciò significa che la maggior parte delle persone che sono state vaccinate con 1 o 2 dosi di J&J, con 2 di Pfizer e coloro che hanno avuto Covid tra 1 e 6 mesi fa, hanno ancora cellule T in grado di riconoscere Omicron".

Lo studio ha anche confrontato la risposta delle cellule T contro Omicron con quella riscontrata contro le varianti Beta e Delta, scoprendo che erano molto simili, nonostante Omicron abbia un numero molto più alto di mutazioni. "Questo sottolinea quanto sia robusta la risposta delle cellule T", aggiunge Burgers che spiega così l'importanza di questa ricerca: "Mentre gli anticorpi bloccano l'infezione, le cellule T entrano e uccidono le cellule infette, impedendo al virus di crescere e diffondersi di più e causare una malattia peggiore. Non possono impedirti di essere infettato, ma possono ridurre al minimo i danni che ne derivano". (ANSA).

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