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Cnr, per stabilizzare i precari 13,3 mln,più altri 13,3

Ammonta a 13,3 milioni lo stanziamento destinato alla stabilizzazione del personale precario dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e una cifra analoga è prevista per un nuovo programma di stabilizzazione in via di definizione. Lo rileva lo stesso Cnr in una nota, riferendosi alle informazioni circolate sulla stampa nelle ultime settimane. Il più grande ente pubblico di ricerca italiano osserva inoltre che, per quanto riguarda i finanziamenti pubblici, il Cnr è all'ultimo posto fra i Paesi europei.

Per quanto riguarda la stabilizzazione del personale precario, il Cnr precisa che intende utilizzare tutte le risorse stanziare per questo obiettivo, ossia circa 3,3 milioni di euro più 10 milioni stanziati nella legge di bilancio. L'ente rileva inoltre che sono 1.400 i lavoratori stabilizzati negli ultimi anni e rende noto che "è in via di definizione un programma di reclutamento selettivo per uno stanziamento di ulteriori 13,3 milioni". Questo stanziamento, prosegue la nota, è "subordinato all'approvazione della legge finanziaria 2022" ed "equivale a 205 idonei nelle liste di stabilizzazione rispetto ai 335 aventi diritto".

Per quanto riguarda i fondi, il Cnr rileva che alla luce dell'ultimo bilancio approvato, del 2020, "il budget complessivo è di 977 milioni di euro, di cui oltre 282 milioni di ricavi propri, per la maggior parte provenienti da progetti di ricerca".
L'ente osserva inoltre che da una recente indagine di confronto con alcuni importanti enti di ricerca a livello europeo "è emerso che la capacità del Cnr di attrarre risorse da fondi di ricerca sia la più alta (circa 30%)", ma che attualmente "appare molto bassa la quota di finanziamento nazionale: il finanziamento dello Stato per ricercatore colloca il CNR all'ultimo posto tra i grandi enti di ricerca internazionali". Questa situazione, conclude la nota, "determina un'incidenza molto alta delle spese di funzionamento correnti sui finanziamenti dello Stato, con effetti negativi sulla sostenibilità economica".

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