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Si evolve il computer quantistico che usa la luce

Si evolve il computer quantistico che nel febbraio 2021 aveva fatto guadagnare alla Cina il primato in questo campo: si chiama Jiuzhang 2.0 e, come il suo predecessore, utilizza particelle di luce (fotoni) per processare i dati. Il primo esemplare ne utilizzata 76, questo nuovo modello 113. La sua potenza di calcolo è perciò miliardi di volte superiore a quella di un supercomputer convenzionale. La ricerca che ha permesso di realizzarlo è pubblicata sulla rivista Physical Review Letters ed è stata coordinata dal fisico Pan Jianwei, dell'Università cinese per la Scienza e la tecnologia (Ustc).

Come il suo predecessore Jiuzhang, il nuovo computer quantistico utilizza fotoni che si muovono lungo delle guide d'onda accoppiate fra loro con particolari geometrie 3D: l'interferenza che provocano sulla propagazione della luce dà l'elaborazione dei dati. Grazie ai 113 fotoni utilizzati, il nuovo computer è dieci miliardi di volte più veloce della sua versione precedente. In pratica il veloce dei supercomputer esistenti impiegherebbe circa 30.000 miliardi di anni per risolvere un problema che Jiuzhang 2.0 risolve in un millisecondo.

"Rispetto a Jiuzhang abbiamo notevolmente migliorato le prestazioni e l'efficienza di raccolta della sorgente di luce quantistica, aumentato il numero di fotoni rilevati", ha detto Lu Chaoyang, membro del gruppo di ricerca che ha sviluppato il nuovo computer. Con la potenza aumentano naturalmente le possibili aree di applicazione della macchina, dalla matematica all'apprendimento automatico e alla chimica quantistica.

La Cina rivendica di aver raggiunto la supremazia anche nel secondo filone di computer quantistici, quelli a superconduttori. L'esemplare più avanzato si chiama Zuchongzhi 2.1 ed è circa 10 milioni di volte più rapido di quello del più veloce supercomputer esistente.

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