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Covid: in una banca dati i segreti di chi non si contagia

E' nata e si trova in Europa, nei Paesi Bassi, la banca dati che raccoglie le sequenze genetiche di chi non soltanto non si ammala di Covid pur stando a stretto contatto con un individuo che ha l'infezione, ma nemmeno si contagia. L'iniziativa, presentata sulla rivista Nature Immunology, è del Consorzio Internazionale di Genetica 'Covidhge' coordinato dall'americana Rockefeller University e a rappresentare l'Italia in questa ricerca è il Laboratorio di Genetica Medica dell'Università di Roma Tor Vergata diretto da Giuseppe Novelli.

"E' uno studio di concetto che il consorzio ha pubblicato per sensibilizzare sull'importanza degli individui resistenti all'infezione", ha detto Novelli All'ANSA.
L'idea del consorzio, lo stesso che recentemente ha scoperto le caratteristiche genetiche di chi si ammala in modo grave, è di andare a cercare le caratteristiche degli individui che resistono al virus è nata alla luce della grande varietà delle possibili reazioni all'infezione da virus SarsCoV2. "Quando è arrivata la pandemia di Covid-19 ci siamo accorti tutti quanto fosse importante considerare non solo il virus, ma il modo in cui gli individui reagiscono ad esso", ha detto ancora Novelli.

"E' stato subito evidente che c'erano categorie diverse, a seconda dell'effetto prodotto dal virus SarsCoV2: alcuni, un buon 40%, sono asintomatici, altri si contagiano in modo lieve e si ammalano moderatamente, un altro gruppo riporta sintomi più severi, che richiedono il ricovero, e altri ancora hanno sintomi gravissimi, da richiedere il ricovero in terapia intensiva". Tutto questo, ha osservato il genetista, "ci dice che la genetica dell'ospite è importante in questa infezione".

Così gli esperti che fanno capo al consorzio hanno deciso di andare a scoprire il segreto di una quinta categoria, quella di coloro che non si contagiano mai, nemmeno quando vivono in contatto stretto e prolungato con persone malate di Covid-19. "Ci siamo accorti che questa categoria esiste e ora si tratta di capire quali caratteristiche abbiano", ha detto ancora Novelli.

Per questo si è formato un gruppo internazionale per studiarli e l'Italia ne fa parte con Stati Uniti, Spagna, Olanda, Belgio, Francia e Grecia. Il primo passo è stato fare, in ciascun Paese, una selezione delle persone da includere nello studio. L'Italia ha reclutato 142 resistenti su 500 domande ricevute da volontari. Il secondo passo è stato raccogliere il loro Dna e ottenere la sequenza genetica. Quindi le sequenze sono state inviate nella banca dati che si trova presso l'Unversità di Utrecht. "E' cominciata la fase di analisi dei dati genetici, stiamo cominciando a elaborarli", ha detto Novelli. Sulla base dell'esperienza accumulata in passato con lo studio della malaria e del virus Hiv, "sappiamo che scoprire la causa della resistenza porta a scoprire nuovi farmaci per combattere la malattia"

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