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Afghanistan, dai ricercatori del Cnr una lettera aperta: aiutiamo gli studiosi

Una lettera aperta firmata da quasi 400 ricercatori alla presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Maria Chiara Carrozza, perché si faccia promotrice con il governo per chiedere "l'attivazione di tutti i canali diplomatici per porre fine alle barbarie a cui assistiamo" in Afghanistan; l'istituzione di "corridoi umanitari dalle Università e i centri di ricerca Afgani verso basi da cui sia possibile raggiungere ponti aerei, per offrire ospitalità nel nostro Paese, presso il nostro ente, alle studentesse e studenti, ricercatrici e ricercatori, che vogliano completare le proprie ricerche e i propri studi"; e infine per chiedere di reinvestire immediatamente a questo scopo quote dei fondi in precedenza destinati alle operazioni militari in Afghanistan".

Il CNR, scrivono gli scienziati, "è l'unico Ente di ricerca nazionale in grado di accogliere tutte le professionalità e quindi farsi promotore di ospitalità, direttamente o attraverso le numerose collaborazioni con altri Enti di ricerca e Università Italiani".

Nella lettera si chiede anche di "attivare tutti gli strumenti utili alla costruzione di progetti scientifici internazionali, di cui il CNR potrà essere promotore grazie alla sua multidisciplinarietà e lunga tradizione nello studio delle culture", ricordando che "il CNR è stato uno dei principali attori nella ricostruzione del museo virtuale di Bagdad dopo la guerra in Iraq". Dunque, analogamente, "il CNR potrebbe promuovere progetti di interesse storico, culturale e sociale per l'Afghanistan e per lo studio della condizione femminile tra le popolazioni del paese". I ricercatori fanno anche appello al "dovere morale di intervenire ed offrire il contributo per aiutare le colleghe" afgane. (ANSA).

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