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La prima immagine dell'embrione di una luna VIDEO

Catturata la prima immagine di un embrione di luna, è un disco di materia che costituisce il primo passo verso la formazione di un satellite naturale intorno a un pianeta esterno al Sistema Solare. Lo indica lo studio pubblicato sull’Astrophysical Journal Letters, coordinato dall’astronoma Myriam Benisty, dell’Università francese di Grenoble e da Miriam Keppler, dell'istituto tedesco Max Planck per l'astronomia, e condotto in collaborazione con l’Università del Cile.

Le immagini sono state ottenute grazie al radiotelescopio Alma (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), in Cile, dell’Osservatorio Europeo Meridionale (Eso). L’osservazione aiuterà a capire meglio come si formano le lune e i pianeti nei giovani sistemi stellari.

Protagonista è un giovane pianeta gigante gassoso simile a Giove scoperto nel 2019, denominato PDS 70c, che si trova a circa 400 anni luce dalla Terra, nella costellazione del Centauro. L’immagine catturata da Alma mostra un grande disco di gas e polveri dai quali si è formato il pianeta, e un suo compagno, PDS 70b, non visibile nella foto. Al centro del disco c’è la stella madre PDS 70 intorno alla quale orbita il pianeta di tipo gioviano . Poco distante da PDS 70c, defilato, un secondo puntino luminoso, circondato da un alone di gas e polveri: è il disco dal quale prenderà origine una sua luna.


A sinistra il disco di poveri e gas da cui si è formato il pianeta PDS 70c (il puntino sulla destra). A destra il dettaglio del pianeta, circondato da un alone dal quale si sta formando una sua luna (fonte: ALMA, ESO/NAOJ/NRAO/Benisty et al.)

 

“Il nostro lavoro mostra una chiara identificazione di un disco in cui potrebbero formarsi dei satelliti”, osserva Benisty. “Le nostre osservazioni con Alma sono state ottenute con una risoluzione così fine che abbiamo potuto identificare chiaramente che il disco è associato al pianeta, e definirne per la prima volta le dimensioni”.
Questo tenue disco intorno al pianeta, secondo le stime degli astronomi dell’Eso, ha all’incirca lo stesso diametro della distanza che separa la Terra dal Sole e ha una massa sufficiente a formare fino a tre satelliti delle dimensioni della Luna.

 

Finora “sono stati trovati più di 4.000 pianeti esterni al Sistema solare, ma tutti - rileva Keppler - sono stati rilevati in sistemi evoluti. Ma PDS 70b e PDS 70c, un sistema che ricorda la coppia Giove-Saturno, sono gli unici due mondi trovati finora ancora in fase di formazione. Per questo ci offrono un’opportunità unica per osservare e studiare i processi di formazione di pianeti e satelliti”.

Una comprensione ancora più profonda del sistema planetario sarà raggiunta con il telescopio Elt (Extremely Large Telescope) dell’Eso, che dovrebbe entrare in funzione nel 2025.

 

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