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Funziona nei topi il primo vaccino a mRna contro la malaria

La nuova tecnologia dei vaccini a Rna messaggero, sviluppata in tempi record per combattere la pandemia di Covid-19, inizia a dare i suoi frutti anche nella lotta ad altre malattie: lo dimostra il successo ottenuto nella sperimentazione sui topi del primo vaccino a mRna contro la malaria, sviluppato dalla più grande struttura di ricerca biomedica amministrata dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, il Walter Reed Army Institute of Research (WRAIR), in collaborazione con il Centro di ricerca medica della marina americana (Nhrc), l’Università della Pennsylvania e l’azienda biotech Acuitas Therapeutics. I risultati sono pubblicati sulla rivista npj Vaccines.

Ogni anno si registrano nel mondo più di 200 milioni di casi di malaria con circa 400.000 di decessi. La lotta a questa malattia infettiva rappresenta una priorità per il Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti, dal momento che molte truppe americane sono dislocate in regioni del mondo dove la malaria è endemica.

Attualmente il prodotto più avanzato è il vaccino RTS,S, basato sulla proteina CS che ricopre la superficie del parassita della malaria (Plasmodium falciparum) allo stadio infestante di sporozoite. Sebbene il vaccino rappresenti un importante strumento di contrasto alla malattia, studi sul campo hanno evidenziato alcuni limiti che hanno spinto i ricercatori a valutare nuove tecnologie per lo sviluppo di vaccini di seconda generazione.

“I recenti successi dei vaccini anti-Covid evidenziano i vantaggi delle piattaforme basate sull’mRna, soprattutto la progettazione estremamente mirata, la produzione rapida e flessibile e la capacità di sollecitare una forte risposta immunitaria in un modo non ancora esplorato”, spiega Evelina Angov del WRAIR. “Il nostro obiettivo è tradurre questi progressi in un vaccino sicuro ed efficace contro la malaria”.

Come il vecchio vaccino RTS,S, anche il nuovo basato sull’mRna si focalizza sulla proteina CS: invece che somministrarla già pronta, introduce nelle cellule un Rna messaggero che porta le istruzioni per produrla. Questo mRna è veicolato da nanoparticelle lipidiche che lo proteggono dalla degradazione e aiutano a stimolare il sistema immunitario. “Il nostro vaccino ha determinato alti livelli di protezione dalla malaria nei topi”, sottolinea Katherine Mallory del WRAIR. “Sebbene resti ancora molto lavoro da fare prima dei test clinici sull’uomo, questi risultati rappresentano un segnale incoraggiante della possibilità di ottenere un vaccino a mRna efficace”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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