Agricoltura, deforestazione e in genere la trasformazione del paesaggio per opera delluomo stanno accelerando i cambiamenti nella vegetazione come non era mai accaduto negli ultimi 18.000 anni, dalla fine dellultima era glaciale. È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista Science dal gruppo dellUniversità americana del Wisconsin-Madison coordinato da Jack Williams.
La ricerca è basata sullanalisi di banche dati di più di 1.100 pollini fossili provenienti da tutti i continenti, escluso lAntartide, raccolti nel corso dellultimo secolo. Per ritrovare un tasso di cambiamento della vegetazione così marcato, precisano gli studiosi, bisogna tornare indietro di più di 10.000 anni a quando le piante si svilupparono repentinamente per colonizzare territori in precedenza coperti dai ghiacci dellultima era glaciale.
Le analisi dei pollini fossili suggeriscono che linfluenza dominante dellumanità sugli ecosistemi vegetali, così visibile oggi, ha la sua origine nella comparsa delle prime civiltà e dello sviluppo ed espansione dellagricoltura, osserva Williams. Una tendenza, aggiunge, che è destinata a durare: la trasformazione degli ecosistemi è iniziata prima di quanto pensassimo e - conclude - continuerà ad accelerare nei prossimi decenni, per effetto dei cambiamenti climatici.
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