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Recovery, ecco i 9 grandi centri di ricerca previsti dal Pnrr

Dai Big data al digitale, passando per l'ambiente e il patrimonio culturale: sono 9 i grandi centri nazionali di ricerca previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che punta a coinvolgere diversi attori e diverse aree del Paese, con una particolare attenzione al Sud e alle isole, e con l'obiettivo di rafforzare la collaborazione fra università, centri di ricerca e imprese e in linea con gli obiettivi del nuovo programma quadro di ricerca europeo Horizon Europe. Il finanziamento complessivo è di 1,6 miliardi per il periodo 2021-2026.

Ecco i nuovi centri nazionali previsti:
- Centro Nazionale per la simulazione avanzata, la gestione e l'analisi dei Big data: dovrà includere un'infrastruttura per il calcolo e infrastrutture dedicate all'informatica e all'intelligenza artificiale
- Centro Nazionale per l'ambiente e le tecnologie per l'energia
- Centro Nazionale per le tecnologie quantistiche e i materiali avanzati, la fotonica e l'optoelettronica, destinato ad assicurare all'Italia un ruolo nella rivoluzione tecnologica in arrivo, basata su queste nuove tecnologie, destinate ad avere ripercussioni in tutti i settori della ricerca
- Centro Nazionale per le tecnologie per la salute, il cui obiettivo è sviluppare nuove molecole al servizio della prevenzione, della diagnosi e della cura
- Centro Nazionale per le tecnologie per l'agricoltura e il cibo, che fra i suoi obiettivi ha la messa a punto di conoscenze utili all'adattamento delle colture ai cambiamenti climatici e per favorire la biodiversità
- Centro Nazionale per la mobilità sostenibile, che dovrà contribuire al futuro dei trasporti nel rispetto dell'ambiente e alla creazione di nuovi servizi di mobilità e trasporto, sulla base degli sviluppi dele tecnologie per l'informazione
- Centro Nazionale per le tecnologie applicate all'eredità culturale, che per la tutela dei beni culturali dovrà utilizzare le tecnologie più avanzate, dalla robotica alla scienza dei materiali
- Centro Nazionale per la biodiversità e la sostenibilità ambientale
- Centro Nazionale per le tecnologie per la transizione digitale nell'industria

Fra il 2022 e il 2025 quattro bandi per i giovani ricercatori
Quattro bandi per il finanziamento di progetti presentati da giovani ricercatori sono previsti fra il 2022 e il 2025 con uno stanziamento complessivo di 300 milioni, si legge nelle schede progetto del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). L'obiettivo è rendere l'Italia un Paese capace di attrarre i giovani più promettenti, come i vincitori dei finanziamenti europei assegnati dall'European Research Council (Erc) e attraverso le borse Marie Sk?odowska Curie. L'obiettivo è sostenere fino a 300 giovani ricercatori.

Entro il 2021 finanziamenti più semplici
Previsto entro il 2021 il decreto del ministero per l'Università e la Ricerca che istituisce procedure più semplici per l'accesso ai finanziamenti per università, centri di ricerca, ricercatori e imprese. L'intervento dovrebbe essere completato nel primo trimestre 2022, anno per il quale sono in programma strumenti di supporto alla mobilità dei ricercatori dalle università alle imprese.

15 programmi in collaborazione pubblico-privato
Creare una rete fra ricerca pubblica e privata è l'obiettivo di 15 programmi previsti dal Pnrr, per ciascuno dei quali è previsto un finanziamento da 5 a 20 milioni. I programmi, si legge, dovranno essere in linea con gli obiettivi previsti dal Piano Nazionale della Ricerca 2021-2027. L'obiettivo generale è "rafforzare la filiera tecnologica a livello nazionale" e favorire una presenza strategica in Europa in questo campo. Per ciascun programma, della durata di 3-4 anni, sono previsti da 15 a 25 milioni per circa 100 contratti di ricerca a termine, reclutati per mezzo di procedure pubbliche. La selezione dei programmi è prevista con due bandi, fra il 2022 e il 2023.

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