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Dall'analisi dei vini il 'naso' chimico che fiuta il Dna

E' stato preso in prestito dall'analisi dei vini d'annata, il 'naso' chimico che fiuta il Dna per riconoscere i suoi piccoli cambiamenti strutturali, difficili da scovare ma importanti perché spesso legati a malattie come i tumori. Il risultato, utile per accelerare la ricerca sul cancro e lo sviluppo di nuovi farmaci, è pubblicato sulla rivista Nature Chemistry dai ricercatori dell'Università della California a Riverside.

“Gli esseri umani riconoscono gli odori inalando l'aria contenente molecole odorose che vanno a legarsi ai multipli recettori del naso”, spiega il chimico Richard Hooley. “Il nostro sistema è comparabile, perché abbiamo multipli recettori capaci di interagire con il ripiegamento di Dna che stiamo cercando”.

Il Dna solitamente assume la tipica forma a doppia elica, ma talvolta alcune regioni possono ripiegarsi in maniera più complessa condizionando l'espressione dei geni in esse contenuti: è il caso, per esempio, delle strutture a quattro filamenti di Dna chiamate G-quadruplex. Per riconoscerle, i chimici californiani hanno mutuato l'idea del 'naso' chimico usato per analizzare la composizione dei vini e ne hanno sviluppato uno simile in grado di riconoscere i G-quadruplex di Dna. L'avvenuto legame viene segnalato e reso visibile grazie alla presenza di una molecola fluorescente che si illumina come una spia.

“Ora possiamo fare di più”, afferma la ricercatrice Wenwan Zhong. “Esistono altre strutture tridimensionali di Dna e vogliamo studiare anche quelle”. Il passo successivo sarà quello di sviluppare un 'naso' chimico per riconoscere i ripiegamenti delle molecole di Rna. “Spesso hanno strutture più complesse rispetto al Dna e sono più difficili da analizzare – aggiunge Zhong - ma comprenderle sarà molto importante per la ricerca sulle malattie”.

 

 

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