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Recovery, per Parisi, è un' 'enorme occasione' per rilanciare la ricerca

Il Recovery Plan e' "un'enorme occasione" per rilanciare la ricerca in Italia e portarla a livelli confrontabili con quelli europei. Lo ha detto il presidente dell'Accademia dei Lincei, Giorgio Parisi, in seguito all'iniziativa pubblica di confronto sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) organizzata dal sindacato Flc Cgil. "Sono tra i firmatari del piano Amaldi-Maiani, che parla di un impegno di 15 miliardi per la ricerca scientifica da erogare a scalino in 5 anni, piu' 5 miliardi l'ultimo anno", ha aggiunto.

Secondo Parisi "non si tratta quindi solo di recuperare i quasi 2 miliardi l'anno che ci sono stati scippati dal 2008, ma di riportare il livello di finanziamento della ricerca italiana a quello degli altri paesi Europei". Per questo, ha proseguito, "e' necessario un impegno del Parlamento appoggiato possibilmente da tutte le forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione".

Si tratta di rendere l'Italia "un Paese accogliente per i ricercatori, che oggi qui non solo sono pagati meno e hanno difficolta' a fare carriera, ma soprattutto non hanno la certezza che le loro ricerche verranno finanziate. Bisogna invece offrire ai giovani ricercatori condizioni competitive per scegliere di tornare o di venire in Italia, assicurandogli la possibilita' di fare ricerca cosi' come di avere un impiego fisso con un contratto a tempo indeterminato, senza il quale non e' possibile accendere un mutuo, rendersi indipendenti, progettare il futuro". Per la ricerca italiana e' quanto mai importante dare spazio ai giovani ricercatori, considerando che oggi l'eta' media di chi lavora nel settore e' "estremamente alta e continua ad aumentare: se non immettiamo forze giovani rischiamo il collasso tra 10 anni perche' ci troveremo sguarniti di personale adeguato".

Nello scrivere il Pnrr, infine, secondo Parisi "bisogna ricordarsi che la ricerca di base e' fondamentale, e' la chiave per il futuro. Obama nel 2009 per uscire dalla crisi economica fece grandi investimenti nella ricerca, tra cui ben 15 miliardi di dollari alla sola ricerca biomedica. Biden nel suo ultimo piano progetta di destinare alla ricerca pura 150 miliardi di dollari, che in rapporto in Italia sarebbero 25 miliardi. I quindici miliardi del piano Amaldi-Maiani - conclude Parisi - sono una richiesta minimale".

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