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Covid, preoccupa la velocità della variante sudafricana

Preoccupa la rapidità con cui si stanno diffondendo le varianti del virus SarsCoV2, in particolare quella sudafricana, che si teme possa ridurre l'efficacia dei vaccini e causare reinfezioni. I ricercatori, come spiega la rivista Nature sul suo sito, stanno cercando di trarre delle conclusioni dai molti studi di laboratorio usciti nelle ultime settimane.

Gli studi, condotti sui campioni di sangue di persone guarite dal Covid-19 o che hanno ricevuto il vaccino, hanno mostrato solo che i loro anticorpi riescono a neutralizzare le varianti nei test di laboratorio, ma non indicano se i cambiamenti nell'attività degli anticorpi possa fare alcuna differenza sull'efficacia reale del vaccino o la probabilità di reinfezione. Molte delle preoccupazioni si concentrano sulla variante sudafricana 501Y.V2. Il gruppo di Tulio de Oliveria, dell'università KwaZulu-Natal di Durban, l'ha collegata alla veloce crescita dei contagi nella provincia di Cape Town.

Per capire se la sua rapida diffusione possa essere spiegata dalla sua capacità di sfuggire al sistema immunitario, hanno testato vari campioni della variante sul plasma di 6 persone guarite dal Covid, causato però da altre versioni del virus. Nei test si è visto che con la variante sudafricana il plasma funziona meno. Un altro studio dell'università di Witwatersrand di Johannesburg ha scoperto che la variante sudafricana contiene mutazioni che smussano gli effetti degli anticorpi neutralizzanti.

I due gruppi sudafricani testeranno ora la variante con il plasma di persone che hanno partecipato alla sperimentazione del vaccino anti-Covid. Un gruppo della Rockfeller university di New York ha visto che la variante sudafricana causa una modesta riduzione della potenza degli anticorpi nelle persone già vaccinate. Ma non è ancora chiaro se queste mutazioni riducano la reale efficacia dei vaccini. Secondo Marion Koopmans, virologa dell'Erasmus Medical Center di Rotterdam, "ciò che si vede in laboratorio non sempre ha effetto in una persona, che ha abbastanza anticorpi da neutralizzare l'infezione".

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