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Ex miniera sarda idonea a ospitare l'Einstein Telescope

Lo straordinario silenzio sismico rilevato nell'ex miniera sarda di Sos Enattos dimostra la piena idoneità del sito candidato dall'Italia a ospitare il nuovo osservatorio europeo di onde gravitazionali 'Einstein Telescope' (Et): è questa la conclusione a cui è giunto uno studio multidisciplinare guidato dai ricercatori dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e dell'Università di Sassari e condotto con le università di Padova, Sapienza di Roma, 'Federico II' di Napoli, il Gran Sasso Science Institute (Gssi) e lo European Gravitational Observatory di Pisa. I risultati sono pubblicati sulla rivista Seismological Research Letters.

Per operare al meglio delle sue potenzialità, l'osservatorio Et dovrà essere realizzato in un'area geologicamente stabile e scarsamente abitata: le vibrazioni del suolo (di origine sia artificiale che naturale) possono infatti mascherare il debole segnale generato dal passaggio di un'onda gravitazionale. Dalle registrazioni effettuate dai sismometri a Sos Enattos "è emerso che ci troviamo in uno dei siti più silenziosi al mondo, caratteristica che lo rende particolarmente adatto per l'installazione del telescopio Et", spiega Carlo Giunchi, ricercatore dell'Ingv. "Il passaggio successivo - aggiunge Domenico D'Urso dell'Università di Sassari - sarà quello di caratterizzare il sottosuolo del sito perché il grande rivelatore di onde gravitazionali sarà costituito da un sistema di gallerie sotterranee disposte a triangolo che ospiteranno degli interferometri laser ad altissima precisione. Queste rilevazioni saranno necessarie per capire come mettere a punto il sistema di gallerie, individuando al contempo le sorgenti del rumore e minimizzare i relativi effetti". "Prevediamo infine - conclude Gilberto Saccorotti dell'Ingv - l'installazione di un grande numero di sismometri che, funzionando come un'antenna, permetteranno di misurare le direzioni di propagazione delle onde elastiche che costituiscono il rumore sismico, per comprendere al meglio i fenomeni che lo generano". (ANSA).

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