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Riparte la corsa a Venere, verso una missione privata nel 2023

Venere torna ad accendere la curiosità di ricercatori, agenzie spaziali e privati, dopo la scoperta nella sua atmosfera del gas fosfina, considerato come una possibile spia della presenza di vita. Dopo l'annuncio dato dalla Royal Astronomical Society, lo stesso capo della Nasa Jim Bridenstine ha scritto su Twitter che "è ora di dare la priorità a Venere". E se fra una trentina di giorni la sonda Bepi Colombo dell'Agenzia spaziale europea (Esa) 'sfiorerà' il pianeta nella sua lunga corsa verso Mercurio, è invece prevista per il 2023 una missione interamente dedicata all'atmosfera di Venere, organizzata dalla compagnia privata statunitense Rocket Lab.

Attualmente c'è solo una sonda in orbita intorno al pianeta, la giapponese Akatsuki: si tratta della seconda lanciata per una missione specifica su Venere negli ultimi trent'anni. Prima c'era stata la missione europea Venus Express, rimasta in orbita tra il 2006 e il 2014. In entrambi i casi l'obiettivo principale era lo studio dell'atmosfera. Della superficie di Venere, invece, è disponibile uno studio topografico realizzato negli anni Novanta dalla sonda Magellano della Nasa, con una risoluzione ormai obsoleta. L'ultimo atterraggio, invece, risale agli anni Ottanta.

Le cose potrebbero cambiare nel prossimo futuro, alla luce delle diverse missioni robotiche che sono state recentemente proposte alle agenzie spaziali di Stati Uniti, Europa, Russia e India. La loro approvazione, però, non è scontata, o almeno non lo è stata finora: la Nasa, per esempio, ha scartato diversi progetti per Venere nelle passate selezioni, favorendo l'esplorazione di asteroidi e altri pianeti, in primis Marte. Questi tentennamenti potrebbero favorire nella corsa i privati, come la Rocket Lab di Peter Beck, che proprio pochi giorni fa durante una conferenza stampa ha affermato che l'esplorazione di Venere rappresenta "la caccia al tesoro definitiva: in una zona di circa 50 chilometri l'atmosfera venusiana è relativamente temperata e, almeno in teoria, potrebbe ospitare vita, anche se forse non come la intendiamo noi oggi".

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