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Coronavirus, la sfida è contenere il picco della pandemia

Come una lunga guerra che richiederà un dispiegamento di forze senza precedenti e una grande compattezza: si annuncia così la seconda pandemia del XXI secolo, ha detto Walter Ricciardi, membro dell'esecutivo dell'Oms e consulente del ministero della Salute. Il numero dei casi in Italia continua a salire e i 12.839 registrati oggi segnano un aumento di 2.249 rispetto a ieri, mentre il numero complessivo dei contagiati, comprese le vittime e i guariti, ha raggiunto 15.113. Numeri che colpiscono e che nello stesso tempo "sono difficili da interpretare", ha osservato il fisico Giorgio Parisi, esperto di sistemi complessi dell'Università Sapienza di Roma e dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).

"E' difficile trarre conclusioni certe da questi numeri" perché, ha spiegato, il loro significato "dipende dal numero dei tamponi che sono stati fatti". Per Parisi "il dato vero che servirebbe per conoscere effettivamente lo stadio dell'epidemia è quello relativo all'inizio dei sintomi". Bisognerebbe cioè capire se l'aumento dei casi corrisponde a persone che hanno avuto sintomi ieri, o se corrisponde a persone che hanno avuto i sintomi dieci giorni fa.

La soglia di oltre mille morti, ha proseguito Parisi, "rispecchia invece un quadro epidemiologico": considerando i cinque giorni dopo i quali, nella maggior parte dei casi, compaiono i sintomi, e la durata media del ricovero, "è possibile dire che chi è morto adesso ha contratto il virus fra 10 e 14 giorni fa". Nemmeno questo dato, comunque ci dà informazioni su quanto sta accadendo.

Resta anche da capire perché in Italia la mortalità sia così elevata e la risposta si sta cercando nell'Istituto Superiore di Sanità (Iss), a partire dalle prime 70 cartelle cliniche all'esame degli esperti. "Stiamo cercando di spiegare perché in Italia appare una mortalità così elevata rispetto ad altri Paesi e perché lo stato pazienti appare essere più severo", ha detto l'epidemiologo Fortunato Paolo D'Ancona, dell'Iss.

Più eloquenti i numeri relativi ai ricoverati nelle unità di terapia intensiva: "le cifre indicano che stanno rallentando, come è evidente che sta rallentando l'aumento di persone ricoverate in ospedale, ma non è chiaro se sia una buona notizia o l'indizio che le sale di rianimazione sono sature e che i posti letto in negli ospedali stiano finendo".

E' una situazione complessa e che non si annuncia niente affatto breve, come ha osservato Ricciardi: "è bene che ci cominciamo a abituare a una guerra lunga", ha rilevato. Rispetto alla Sars, l'epidemia da coronavirus del 2002-2003, "questa - ha aggiunto - è molto più contagiosa della Sars e io ho l'impressione che, se ci va bene e lavoriamo tutti insieme, dovremo arrivare all'estate".

Adesso la sfida è riuscire a controllare la curva epidemica, ossia la tendenza costante all'aumento dei casi: le misure di contenimento e i farmaci sono le armi che si mettono in campo per riuscire a contenerla. Il vaccino, per i quali l'attesa è più lunga, potrà aiutare a contenere ulteriormente i casi. La scommessa è quindi riuscire a bloccare quella che sarebbe la naturale crescita delle curva per ridurre il numero delle morti.

La grande fiducia che sia possibile riuscire a farlo viene dall'esperienza della Cina, che è riuscita a ridurre i casi dopo severissime misure di contenimento che hanno riguardato decine di milioni di persone: un'impresa che sembrava impossibile e che, contrariamente a tutte le aspettative vede ormai appiattirsi di giorno in giorno la curva dei nuovi casi.

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