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La fisica aiuta a capire i segreti dei quadri di Pollock

Come uno speciale critico d’arte, la fisica esamina i quadri di Jackson Pollock e ne spiega le caratteristiche alla luce della dinamica dei fluidi. Quello che emerge è che le leggi dei fluidi, a prescindere dal fatto che l’artista le conoscesse o meno, si ritrovano sempre nelle sue tele. Lo dimostra lo studio pubblicato sulla rivista Plos One condotto da Roberto Zenit, dell'americana Brown University e condotto in collaborazione con l’Università autonoma del Messico. I risultati potranno aiutare ad autenticare le opere dell’artista.

Gli autori dello studio hanno riprodotto la tecnica pittorica di Pollock con un apparato sperimentale basato su siringhe. L’artista era solito fare sgocciolare dall’alto il colore sulle tele adagiate sul pavimento, spesso senza nemmeno usare il pennello, ma lasciandolo colare direttamente per creare la tessitura di filamenti tipica delle sue opere. I ricercatori hanno studiato questa tecnica attraverso le leggi della dinamica dei fluidi, scoprendo così che Pollock dipingeva applicando il colore a distanza e velocità tali da evitare la formazione di strutture arricciate o elicoidali. Come se utilizzasse alla perfezione, non si sa quanto consapevolmente, le leggi della meccanica dei fluidi.

Per Zenit, “come tutti gli artisti, anche Pollock ha attraversato una lunga fase di sperimentazione per perfezionare la propria tecnica pittorica. Quello che abbiamo cercato di scoprire nel nostro studio - ha spiegato - sono le conclusioni cui Pollock giunse nel corso delle sue sperimentazioni. La ricerca dimostra che il suo modo di dipingere era accurato e che i suoi movimenti erano ben studiati per evitare - ha concluso - di riprodurre alcune instabilità dei fluidi, legate alla loro viscosità, quando sono applicati a una superficie”.

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