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Prime nuotate per il robot-pesce con 'sangue' sintetico

Prime nuotate controcorrente e a pinne spiegate per il robot-pesce dotato di 'sangue' sintetico: quello che scorre nel suo sistema circolatorio artificiale è un fluido idraulico che fornisce non solo la giusta spinta meccanica necessaria al movimento, ma anche l'alimentazione elettrica.

Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature dai ricercatori della Cornell University negli Stati Uniti, rappresenta la prova di principio per i futuri sistemi di immagazzinamento dell'energia che aumenteranno efficienza e autonomia dei robot.

Nei primi test di laboratorio, il robot subacqueo con le sembianze di un pesce leone ha dimostrato di poter nuotare controcorrente a lungo (con un tempo massimo di operatività che teoricamente supera le 36 ore), muovendosi a una velocità superiore a 1,5 volte la lunghezza del suo corpo al minuto.

Il segreto sta nelle sue 'interiora', o meglio nel suo sistema vascolare artificiale, realizzato con batterie di flusso interconnesse fra loro che contengono un elettrolita liquido: circolando nel corpo, questo fluido scatena reazioni elettrochimiche che alimentano l'elettronica e lo stesso sistema di pompe che lo fa circolare muovendo meccanicamente le pinne. Questo tipo di batterie multifunzione potrebbe così risolvere un annoso problema, quello delle dimensioni dei robot: solitamente composti da sistemi isolati che eseguono compiti specifici, non raggiungono grandi dimensioni, perché richiederebbero più batterie, aumentando di fatto il peso e riducendo l'efficienza.

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