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Visto un vivaio di stelle nato poco dopo il Big Bang

Il più antico vivaio di stelle emerge dal passato dell’universo grazie al radiotelescopio Alma, dell’Osservatorio europeo meridionale (Eso). La sua origine risale al periodo compreso fra 300 e 600 milioni di anni dopo il Big Bang. I suoi dettagli sono illustrati nello studio pubblicato sull'Astrophysical Journal dal gruppo dell’Università giapponese di Nagoya coordinato da Yoichi Tamura.

Il segnale captato da Alma (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array) proviene da una nube di gas interstellare lontana 13,2 miliardi di anni luce, in direzione della costellazione Eridano. La fitta coltre di nubi nasconde una culla di stelle, la galassia MACS0416_Y1, tra le prime ad essersi accese nell’universo ancora bambino. La galassia è stata osservata anche dal telescopio Hubble, dal Very Large Telescope (Vlt) dell’Eso e dal telescopio spaziale a infrarossi Spitzer della Nasa. L’insolita presenza di una nube così fitta in una galassia ancora giovane sorprende gli astronomi e li costringe, rilevano, a “ripensare gli attuali modelli di formazione stellare”.

La galassia MACS0416_Y1 vista dal radiotelescopio Alma e dal telescopio Hubble. In blu la distribuzione delle stelle, in rosso e verde le nubi di gas e polveri (fonte: ALMA (ESO/NAOJ/NRAO), NASA/ESA Hubble Space Telescope, Tamura et al.)

Per spiegare questa anomalia, gli autori della ricerca hanno ipotizzato che la galassia sia stata protagonista di “due distinte fasi di formazione stellare”, a 300 e 600 milioni di anni dopo il Big Bang, “intervallate da un periodo di relativa calma”, aggiungono. Per il coordinatore dello studio, Yoichi Tamura, “le polveri stellari e gli elementi pesanti come l’ossigeno sono disseminati nel cosmo dalla morte delle stelle. Quindi, la presenza di una fitta nube di gas e polveri nella galassia MACS0416_Y1 - conclude - indica che un gran numero di stelle nel suo passato si è già formato ed è già morto, aiutandoci a capire la storia remota del cosmo”.

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