Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Svelata l'antica ricetta per la verniciatura dei violini

E' nella verniciatura a strati il segreto della sonorità e dell'aspetto degli antichi violini realizzati dai maestri liutai cremonesi come Stradivari: il procedimento per la stesura di vernici, colle e pigmenti, tramandato per secoli solo per via orale, viene finalmente ricostruito grazie alla potente luce del sincrotrone Elettra nell'Area Science Park di Trieste, che come un super microscopio 3D ha permesso di analizzare in maniera non invasiva le finiture di un antico violoncello Guarneri. I risultati sono pubblicati sulla rivista Epj Plus da un gruppo di fisici e chimici delle Università di Pavia e Torino.

Il gruppo di ricerca del Laboratorio Arvedi al lavoro sul violino (fonte: Università di Pavia)

 

Grazie alla tecnica di microtomografia computerizzata a raggi X (microCT), simile ai sistemi tac ospedalieri ma con un dettaglio di gran lunga maggiore, è stato possibile studiare la morfologia degli strati di finitura sovrapposti in un grosso frammento del violoncello danneggiato dal tempo. A partire dalle immagini si è ricostruita la distribuzione dei materiali (identificabili attraverso tecniche spettroscopiche), risalendo al procedimento di stesura.

Il frammento del violoncello Guarneri analizzato al sincrotone (fonte: Area Science Park)

 

"Si possono individuare dai tre ai quattro strati", spiega Marco Malagodi, responsabile del Laboratorio Arvedi di Diagnostica non invasiva dell'Università di Pavia. "La presenza di materiali quali vernici oleo resinose usate per le finiture superficiali è ormai stata confermata dalle numerose indagini condotte sui più importanti violini storici della tradizione cremonese. Inoltre – aggiunge il ricercatore - si sono potuti identificare pigmenti naturali di colore rosso quali terre rosse a base di ossidi di ferro, oltre alla presenza in diversi casi anche di coloranti organici a base di lacca di robbia. Per quanto riguarda i trattamenti del legno è interessante notare come le ricerche abbiano confermato l'utilizzo di colle proteiche addizionate con cariche inerti quali solfati o silicati, che venivano usate come filler delle porosità del legno per conferire maggiore spessore e impedire che potesse assorbire la vernice che sarebbe poi stata applicata sulla superficie".


Il centro di ricerca Elettra Sincrotrone Trieste (fonte: Area Science Park)

 

Caricamento commenti

Commenta la notizia