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Come sta cambiando la ricerca di base

Si calcola che il 30% del Pil degli Stati Uniti si basi su scoperte rese possibile dalla ricerca di base, ossia dalla ricerca che tradizionalmente ha il suo principale impulso nella curiosità. Da circa 30 anni, però, le cose hanno cominciato ad andare diversamente e la crescente competizione che investe l’intero mondo della ricerca a livello internazionale sta avendo i suoi effetti anche sulla ricerca di base. A questo tema è dedicata la conferenza di Fabrizio Fiore, direttore dell’Osservatorio di Roma dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), che Ansa Scienza e Tecnica trasmette a partire dalle 11:45.

Pubblicare per primi sta diventando un’esigenza per tutti i gruppi di ricerca, ma dietro questa corsa potrebbero esserci dei rischi in agguato per la ricerca fondamentale. Ad esempio, la maggior parte delle ricerche pubblicate non ha una portata tale da innescare cambiamenti significativi.
E’ un cambiamento in atto nel quale anche Internet e l’intelligenza artificiale giocano un ruolo di primo piano, al punto da mettere in crisi il concetto di modello: è una tendenza molto sottile, ma che secondo Fiore annuncia fin da adesso una nuova trasformazione della scienza

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