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La siccità in Italia vista dallo spazio

Ci vorranno mesi di pioggia per restituire al suolo italiano l'umidità di cui ha bisogno, dopo una siccità che nell'estate 2017 ha toccato livelli simili a quelli registrati nel 2007 e nel 2012. Lo indicano i satelliti europei che tengono d'occhio l'umidità del suolo e che hanno inviato a Terra le prime immagini del lago di Bracciano, 30 chilometri a Nord di Roma. 

Le immagini del lago, riprese dal satellite Sentinel 2, indicano che il livello dell'acqua si è ridotto in modo così evidente da essere diventato visibile nei dati ottici. I satelliti indicano inoltre che nella Toscana meridionale il suolo è più arido del normale da almeno dieci mesi, già a partire dal dicembre 2016. Anche se le condizioni più asciutte del normale si verificano regolarmente, gli esperti dell'Esa rilevano che la situazione attuale è straordinariamente intensa e persistente.

I dati provengono dalle 'sentinelle' della Terra, i satelliti del programma Copernicus gestito da Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Commissione Europea, e da altri satelliti dell'Esa equipaggiati con sensori specializzati nel misurare l'umidità del suolo, come Smap (Soil Moisture Active Passive) e Smos (Soil Moisture and Ocean Salinity). Immagini e informazioni vengono raccolti dai sensori radar che misurano le microonde riflesse o emesse dalla superficie terrestre: più il segnale è intenso, più l'acqua è abbondante nel terreno. <BR><BR>Elaborati nell'ambito del progetto dell'Esa Climate Change Initiative Soil Moisture, questi dati sono stati analizzati dall'Università Tecnologica di Vienna e dall'azienda olandese VanderSat e si prevede che a breve possano essere disponibili attraverso il servizio Copernicus Climate Change.

Nel frattempo, una prima elaborazione delle informazioni raccolte dai satelliti è stata messa a punto dall'Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Irpi-Cnr). "Nei primi sei mesi del 2017 abbiamo visto meno della metà delle precipitazioni medie in Italia centrale", ha osservato Luca Brocca, dell'Irpi-Cnr. "La combinazione di scarse precipitazioni e temperature elevate - ha aggiunto - ha portato alla siccità e avremo bisogno di una significativa quantità di pioggia per ricostituire l'acqua persa negli ultimi otto mesi".

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