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Supershow delle stelle cadenti, arriva il picco

Le stelle cadenti sono pronte a dare spettacolo: dalle primoe ore della serata del 12 agosto fino all'alba sarà un supershow ovunque il cielo sarà libero dalle nuvole. Chi non potrà ammirarle per colpa del maltempo, o chi vorrà saperne di più sullo sciame di meteore più atteso dell'anno, a partire dalle ore 22,00 potrà invece seguire, sul canale ANSA Scienza e Tecnica, l'osscervazione in diretta con il Virtual Telescope, condotta dall'astrofisico Gianluca Masi.

Le stelle cadenti di agosto, le Perseidi, sono note anche come le lacrime di San Lorenzo e sono tradizionalmente collegate alla notte del 10 agosto, dedicata al santo, ma il picco di attività in realtà ha luogo un paio di giorni più tardi. Per fortuna, ''rispetto al 10 agosto la Luna sarà meno invadente nel momento del picco'', ha rilevato Masi, responsabile del Virtual Telescope.

In media è possibile vedere fino a 100 meteore l'ora, a patto di alzare gli occhi al cielo oservare nella seconda parte della notte, ma quest'annp la luce della Luna potrebbe essere una guastafeste: "Sebbene meno ingombrante rispetto ai giorni scorsi, la Luna potrebbe essere ancora molto brillante, permettendo di ammirare solo 50 meteore l'ora", ha detto Masi.

Motivo di più per applicare la regola, sempre valida, di scegliere un luogo buio per ammirare le stelle cadenti: le luci dei centri abitati e qualsiai altra luce artificiale ridurrebbero drasticamente il numero di meteore visibili.

Un cielo buio e libero dalle nuvole è tutto ciò che serve per godersi lo spettacolo, per il resto bastano gli occhi: non sono necessari telescopi o binocoli perchè la visione panoramica

naturale degli occhi umani permette di catturare all'istante le improvvise scie luminose . Lo sciame delle Perseidi ha origine dalla nube di polveri 'seminata' dal cometa Swift-Tuttle, lungo il suo percorso attorno al Sole e viene chiamato così perché sembra scaturire dalla costellazione di Perseo. Il fenomeno si verifica proprio quando l'orbita della Terra incrocia quella della cometa, 'tuffandosi' nella nube di polveri. ''Questi grani di polvere - ha spiegato Masi - penetrando a gran velocità nell'atmosfera terrestre e bruciano per attrito, lasciando così nel cielo la caratteristica scia''

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