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Una banca dati da record per i Campi Flegrei

E' stata realizzata la più grande banca dati dei Campi Flegrei, con 13.000 misure del flusso di anidride carbonica (CO2, biossido di carbonio) emessa dalla Solfatara di Pozzuoli tra il 1998 e 2016. Uno studio che ha permesso di definire l'origine della CO2 rilasciata dal suolo, di mappare l'area interessata e stimare la quantità totale di CO2 emessa dal vulcano. A descrivere i dettagli sulla rivista Scientific Reports sono i ricercatori coordinati dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).

I vulcani emettono gas attraverso plume vulcanici, fumarole e degassamento diffuso dal suolo. La CO2 è uno dei più abbondanti tra i gas vulcanici e può essere rilasciata dal magma già a grande profondità. "Nel lavoro, disponibile per la comunità scientifica, abbiamo analizzato anche le variazioni delle emissioni di CO2 dei Campi Flegrei tra il 1998 e 2016, periodo caratterizzato da un aumento dei segnali geofisici e geochimici", sottolinea Giovanni Chiodini, coordinatore dello studio. Nei vulcani come questo, con un sistema idrotermale, "il degassamento di CO2 dal suolo può essere la principale, se non l'unica, modalità di rilascio di CO2 vulcanica", aggiunge Carlo Cardellini, dell'Università di Perugia e primo autore del lavoro.

E' il caso della Solfatara di Pozzuoli, ubicata nella caldera dei Campi Flegrei. Negli ultimi 20 anni, aggiunge Cardellini, "settori dell'area della Solfatara, prima non interessati da attività di degassamento anomalo, hanno iniziato a rilasciare CO2 vulcanica. Dal 2003 a oggi l'area interessata ha avuto un'espansione significativa verso Pisciarelli, insieme all'aumento della quantità totale di CO2 emessa con il rilascio diffuso dal suolo, passando da circa 800 tonnellate di biossido di carbonio al giorno nel 2003 a circa 2800 nel 2015". Una quantità comparabile a quella rilasciata dai vulcani attivi di taglia media-grande. "Se al degassamento diffuso dal suolo viene sommata anche la CO2 emessa dalle fumarole, la Solfatara di Pozzuoli risulterebbe all'ottavo posto tra i vulcani maggiori emettitori di CO2 del pianeta", conclude Chiodini.

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