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Ricostruito il Dna degli "strani animali" di Darwin

Collo lungo, corpo robusto e gambe relativamente slanciate. Quasi dei cammelli senza gobba, ma con una corta proboscide sul muso che li rendeva più simili ad un tapiro. I primi resti fossili di questi "strani animali", estinti da tempo e lontanissimi parenti dei cavalli che popolavano il Sud America, sono stati scoperti da Darwin, ma solo ora è stato possibile ricostruirne il Dna grazie all'analisi genetica di fossili combinata con quella di specie esistenti. Lo studio dei ricercatori dell'Università di Postadam è riportato su Nature Communications.

Tentativi per comprendere meglio la storia evolutiva di questi insoliti animali ne erano già stati fatti, ma erano stati ostacolati dal degrado dei campioni di Dna e dalla mancanza di un genoma di riferimento con specie viventi simili. Mentre questo nuovo studio dimostra invece come i genomi antichi possono essere ricostruiti anche senza avere come riferimento genomi di specie viventi simili.

I ricercatori hanno superato questi problemi isolando dai campioni fossili il dna mitocondriale, ovvero quello che si trova fuori dal nucleo della cellula e che viene trasmesso solo per via materna. E sulla base di questi dati sono riusciti a ricostruire delle mappe genetiche che sono state quindi utilizzate per valutare le relazioni di parentela tra questi animali e specie viventi simili.

I risultati ottenuti rafforzano le prove che l'antico gruppo di mammiferi studiato, i Litopterna, è parente dell'odierno e vasto gruppo dei Perissodactyla, di cui fanno parte cavalli, tapiri e rinoceronti. Inoltre, secondo le analisi i due gruppi si sarebbero separati approssimativamente 66 milioni di anni fa.

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