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A Chernobyl colpiti i sistemi di monitoraggio ambientale

Ha colpito i sistemi di monitoraggio dell'aria ma non desta preoccupazione l'attacco hacker che ha preso di mira la centrale nucleare di Chernobyl, dismessa in seguito all'incidente del 1986. "Non c'è nulla di cui preoccuparsi", ha detto Alessandro Dodaro, esperto di sicurezza nucleare dell'Enea. "Non ci sono accessi alla centrale", ha aggiunto spiegando che sulla centrale nel novembre 2016 era stato installato un sarcofago di acciaio e cemento.

L'attacco hacker ha colpito i sistemi che controllano l'aria dell'ambiente all'interno del sarcofago e che permettono di evitare l'eventuale fuoriuscita di materiale radioattivo. Sono controlli organizzati in vista del futuro smantellamento della centrale. "Sono controlli che fino a sei mesi fa non c'erano" e pertanto il fatto che siano stati danneggiati dall'attacco hacker non lascia supporre "nessun pericolo imminente".

Si tratterebbe, insomma, di una semplice prova dimostrativa da parte degli hacker. Quelli attaccati, ha rilevato l'esperto, "non sono certamente i sistemi di controllo di una centrale nucleare". Non sono stati invece toccati i sistemi tecnici interni che permettono di garantire che non avvengano incidenti, come quelli che controllano le telecamere, lo spegnimento degli incendi e il sistema di ventilazione che evita il surriscaldamento. "Non è da escludere - ha concluso - che il sistema di monitoraggio ambientale che è stato colpito dall'attacco hacker avesse "sistemi sicurezza più bassi".

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