
Il settore farmaceutico "ha chiuso il 2022 in modo molto positivo con una crescita di circa il 10% rispetto al 2021: sfonderemo così i 38 miliardi di valore della produzione con un grande traino dell'export con un +44%". E' la stima del presidente di Farmindustria Marcello Cattani che, in un incontro con la stampa, ha anche sottolineato come il settore abbia registrato tra il 2015 e il 2021 un aumento dell'occupazione pari al 9%.
Dal nuovo governo, ha spiegato Cattani, "sono arrivati dei segnali positivi e la visione punta a rafforzare l'autonomia dell'Europa nella filiera dei farmaci e dei principi attivi e, in questa ottica, a rafforzare anche la competitività dell'Italia. Rispetto a questa visione di crescita c'è un allineamento col governo, il quale tuttavia - avverte - ha dinanzi delle sfide enormi soprattutto rispetto alla Ricecra, settore nel quale siamo ancora fanalino di coda". Un contesto reso più complesso anche dalla pandemia ma questo non ha frenato la crescita dell'occupazione nel settore farmaceutico: "La crescita registrata - ha spiegato Cattani - ha riguardato per la gran parte giovani under-35 con nuove competenze tecnologiche e digitali. Continueremo con un trend robusto di assunzioni mirato alle nuova competenze digitali e scientifiche". Le nuove figure che l'industria del farmaco cerca "con forza nel mercato italiano sono ad esempio - ha detto Cattani - ingegneri elettronici, ingegneri di processo biotecnologi, farmaco-economisti e data science manager". L'intelligenza artificiale è dunque entrata nell'ambito dell'attività industriale e degli studi clinici e cresce la competizione per assicurarsi figure con tali competenze specifiche. Per questo, ha concluso il presidente di Farmindustria, sono state avviate anche collaborazioni con le università e nell'ambito dell'esperienze di scuola-lavoro.
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