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Tumore ovaio, esiti rivoluzionari da progetto Toward di ACC

(ANSA) - ROMA, 23 SET - Non esistono, attualmente, programmi di screening scientificamente affidabili per la diagnosi precoce del tumore dell'ovaio; ecco perché i risultati preliminari dello studio Toward, di Alleanza Contro il Cancro, la rete oncologica nazionale del Ministero della Salute presieduta dal professor Ruggero De Maria sono, come spiega il responsabile del progetto, il professor Maurizio D'Incalci, dell'Istituto Clinico Humanitas di Milano, rivoluzionari: «Disponiamo di un'evidenza nuova: siccome il tumore dell'ovaio, nella maggior parte dei casi, cresce preliminarmente nella tuba, pensiamo sia possibile poter recuperare dal pap-test tracce iniziali di cellule responsabili della formazione del tumore. Siamo in possesso di prove retrospettive che attestano alterazioni molecolari risalenti anche a dieci anni prima della diagnosi di neoplasia che riteniamo, dicevo, essere all'origine della formazione del tumore. Pur valutando gli esiti dello studio inediti e positivi, è doveroso anteporre della prudenza che saremo in grado di lasciarci eventualmente alle spalle terminate le fasi di validazione retrospettiva, e prospettica. Esistono pur tuttavia le premesse - aggiunge D'Incalci con un pizzico di entusiasmo - per pensare di riuscire a fare qualcosa di veramente importante: la diagnostica in fase precoce, infatti, potrà consentirci di salvare tantissime donne perché la malattia presa in tempo è guaribile nella maggioranza dei casi».
    In Italia, ogni anno, i nuovi casi di tumore dell'ovaio, che vengono diagnosticati nella maggioranza dei casi in fase avanzata perché spesso nelle fasi iniziali non provocano alcun sintomo e quindi non vengono intercettati, sono oltre 5 mila.
    I risultati ottenuti sono il frutto di un lavoro di gruppo di diversi ricercatori dell'Istituto Clinico Humanitas di Milano: i biologi Sergio Marchini e Lara Paracchini (la ricercatrice ha presentato i dati al settimo Annual Meeting di ACC in corso al Policlinico Gemelli di Roma), i bioinformatici Laura Mannarino e Luca Beltrame in collaborazione con Cristina Bosetti, statistica dell'Istituto Mario Negri e moltissimi clinici fra cui Robert Fruscio dell'ospedale San Gerardo di Monza, Paolo Zola della Rete Oncologica Piemontese e moltissimi ginecologi oncologi di otto dei ventotto istituti coordinati da Alleanza Contro il Cancro fra cui il Gemelli di Roma, il CRO di Aviano e la Fondazione Pascale di Napoli.
    Gli oneri di ricerca sono stati sostenuti da ACC e dalla Fondazione Alessandra Bono che continuerà con il proprio contributo anche nei prossimi anni. (ANSA).
   

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