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Emicrania, a Ean 2022 nuovi dati anticorpo monoclonale Teva

Si svolgerà da domani, 25 giugno, fino al 28 a Vienna il congresso dell’European Academy of Neurology. Teva presenterà i dati di due studi osservazionali, fornendo spunti sul beneficio per i pazienti nella riduzione delle giornate mensili di emicrania e sul relativo impatto positivo sui sistemi sanitari già sovracaricati dal Covid-19.I dati di base verranno forniti dallo studio Pearl, ampio studio prospettico sugli anti CGRP (anticorpi monoclonali) utilizzati nella pratica clinica real world. Lo studio è in corso e comprende circa 1.100 pazienti affetti da emicrania cronica o episodica che saranno seguiti per due anni. Coinvolge circa 100 centri di ricerca in 11 Paesi in tutta Europa. I risultati dell’analisi ad interim si concentreranno su efficacia, sicurezza e impatto sulla disabilità. “Lo studio Pearl - specifica Danilo Lembo, Vice President and Head of Teva Medical Affairs Europe di Teva - aggiunge dati alle crescenti evidenze dei potenziali benefici nell'utilizzo del trattamento preventivo dell'emicrania attraverso gli anti CGRP. Si tratta di uno studio incoraggiante per Teva, che dimostra come il trattamento preventivo dell'emicrania cronica ed episodica con fremanezumab sia appropriato nella pratica clinica. Eppure ancora vediamo troppi pazienti europei faticare per una diagnosi valida e per accedere a cure preventive efficaci”.Teva condividerà anche un’analisi sull'utilizzo delle risorse sanitarie legate all'emicrania e sui giorni mensili di emicrania dopo l'inizio del trattamento con fremanezumab.Nel primo caso i risultati della ricerca, su 207 cartelle cliniche in Germania, indicano che il ricorso a visite ambulatoriali, visite urgenti di pronto soccorso e ricoveri ospedalieri, si è ridotto significativamente nei sei mesi successivi all'inizio di fremanezumab rispetto ai sei mesi precedenti l’inizio del trattamento. “Siamo lieti di presentare questi risultati sulla riduzione dell'uso delle risorse sanitarie in seguito al trattamento con fremanezumab - sottolinea Maurice Driessen, Director, Global Health Economics and Outcomes Research di Teva - che evidenziano il valore di questo trattamento per questi pazienti con emicrania nella pratica clinica real world nel regolamentato contesto dei sistemi sanitari”. Nel secondo caso un'altra analisi sui dati degli stessi 207 pazienti in Germania, ha evidenziato che il trattamento con fremanezumab era associato a significative riduzioni cliniche di giorni mensili di emicrania 3 mesi dopo l'inizio del trattamento. Il 26 giugno Teva terrà al congresso di Vienna un simposio sull'importanza delle evidenze real-world, moderato dalla professoressa Cristina Tassorelli, Professore Ordinario di Neurologia, Direttore Scuola di Specializzazione in Neurologia e Direttore Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento, dell'Università di Pavia.

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