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Anziani, 2% casi di demenza legati a problemi della vista

Circa un caso di demenza su cinquanta potrebbe essere prevenuto semplicemente correggendo i difetti della vista. È la conclusione a cui giunge uno studio condotto dall'University of Michigan di Ann Arbor e pubblicato su Jama Neurology.
   
La ricerca ha analizzato l'impatto di diversi fattori di rischio sul decadimento cognitivo analizzando i dati clinici e sugli stili di vita di circa 17 mila americani. Lo studio ha confermato il ruolo di fattori già noti. Per esempio, per entità, l'ipertensione rappresenta il primo fattore di rischio: gioca un ruolo nel 12,4% dei casi di demenza; è seguita da obesità (9,2%), depressione (9,1%), calo dell'udito (7%), traumi cranici (6,1%), diabete (5,1%).

    La novità è la scoperta dell'impatto dei problemi di vista che, secondo lo studio, sono responsabili dell'1,8% dei casi di demenza. Una percentuale tutt'altro che trascurabile, dal momento che, secondo i ricercatori, nei soli Stati Uniti corrisponde a circa 100mila casi di demenza aggiuntivi. Inoltre, "stimiamo che, date le attuali proiezioni per i prossimi decenni, questo numero aumenterà a circa 250.000 entro il 2050", si legge nella ricerca.

    "Poiché circa 9 casi su 10 di disabilità visiva sono prevenibili o possono essere trattati con interventi di comprovata efficacia ed economici, la disabilità visiva può rappresentare un importante fattore di rischio modificabile", concludono i ricercatori.
   

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