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Covid: 1 paziente su 3 necessita riabilitazione dopo ricovero

Dei circa 8.000 pazienti acuti con infezione da Sars-coV-2 curati agli Istituti clinici Scientifici Maugeri nell'arco di due anni, quasi uno su 3 ha avuto bisogno, dopo le dimissioni ospedaliere, di una riabilitazione specifica, sia stata questa di tipo respiratorio, neurologico o psicologico. A fare il punto sugli effetti del Long Covid sui pazienti, ma anche sui cambiamenti che questo ha comportato sull'organizzazione assistenziale, è stato Mario Melazzini, amministratore delegato di Istituti Clinico Scientifici Maugeri durante lo speciale ANSA Incontra, andato in onda su Ansa.it. "In questi oltre due anni di pandemia - ha spiegato Melazzini - abbiamo accolto circa 8.000 pazienti in tutta Italia, con diversi livelli di gravità, e abbiamo visto che circa il 30% di coloro che erano stati ricoverati continuavano a presentare disturbi dopo le dimissioni, non solo di tipo respiratorio ma anche neurologico, cardiologico e psicologico". Questo bisogno di cure e assistenza anche dopo la fase acuta, in molti casi per diversi mesi, "ha portato a una profonda riorganizzazione dell'attività di riabilitazione, che è l'attività cuore degli Ics, coinvolgendo in modo diretto i nostri 3.600 dipendenti, tra medici, operatori sanitari e amministrativi". Accogliere, ricoverare e gestire tutte queste persone nel corso di mesi ha permesso di osservare le conseguenze dell'infezione da Sars-CoV-2 a distanza di tempo, mostrando il ruolo chiave della riabilitazione nella salute delle persone. Questo però, lungi da essere un diritto uniformemente garantito, "deve fare i conti con una disomogeneità di risposta a livello regionale, nonostante le indicazioni siano omogenee a livello centrale. Servono documenti ratificati a livello di Conferenza Stato-Regioni - ha concluso Melazzini - sulla specificità del percorso riabilitativo, soprattutto a fronte di quello che il Long Covid ci richiederà nei prossimi mesi e anni".

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