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Delegazione infemieri ricevuta al ministero della Funzione Pubblica

Si è conclusa la manifestazione degli infermieri tenutasi stamattina a Roma. Al termine una delegazione del sindacato Nursind, composta dal segretario nazionale Andrea Bottega e dal segretario romano Stefano Barone, è stata ricevuta dal Ministero della Funzione Pubblica per sottoporre le richieste e le istanze che hanno portato allo sciopero nazionale di 24 ore. Prosegue invece fino alle 7 di domani mattina l'astensione dal lavoro.

Raddoppio dell'incremento dell'indennità prevista, da 75 a 150 euro al mese ma anche riconoscimento del carattere usurante dell'attività infermieristica e superamento del vincolo di esclusività. Sono alcuni degli 8 punti del documento consegnato oggi da una delegazione del sindacato degli infermieri Nursind al Ministero della Funzione Pubblica, per una "soluzione della questione infermieristica".

"La perdurante emergenza in cui versa la categoria è anche frutto del mancato ascolto delle nostre proposte", si legge. In primis le richieste sono di adeguare lo stipendio degli infermieri alla media degli altri paesi europei e superare il vincolo di esclusività per poter garantire standard assistenziali in tutte le strutture sanitarie pubbliche e private.

Necessario, quindi, formare più infermieri e normare le prestazioni aggiuntive per la carenza di personale. Gli infermieri chiedono, inoltre, un'area di contrattazione autonoma, come accade per i medici, e il riconoscimento del carattere usurante della professione infermieristica. Il settimo e ottavo punto sono l'aumento delle competenze e l'urgenza di rivedere gli standard assistenziali basandoli su studi scientifici e non su esigenze di contenimento della spesa.

"Chiediamo al ministro Brunetta di farsi portavoce col Governo della nostra richiesta di una redistribuzione delle risorse del Fondo sanitario. Arrivati a questo punto l'indennità va raddoppiata. I 75 euro lordi di incremento che dovevamo ricevere un anno fa, ora non bastano più, ne chiediamo il raddoppio", chiede il segretario Bottega.

Inoltre, "le competenze vanno ampliate - prosegue Barone - secondo il livello di studio e servono più posti nelle università, ma anche più infermieri docenti per garantire una formazione di qualità. E' poi arrivato il momento di riconoscere la malattia professionale e la nostra attività come usurante". Nulla è stato fatto, infine, conclude Bottega, per "porre fine alle aggressioni fisiche e verbali di cui continuiamo ad essere le principali vittime. Il Governo ci deve delle risposte subito, se vuole tentare di fermare l'emorragia continua di infermieri". 

Camici monouso indosso e cartelli in mano: migliaia di infermieri hanno manifestato nelle principale città italiane per lo sciopero nazionale indetto dal sindacato Nursind. L'astensione dal lavoro contro "condizioni di lavoro inaccettabili" e per "stipendi dignitosi" è iniziata alle 7 di venerdì 28 e durerà 24 ore. A Roma alcune centinaia di infermieri si sono dati appuntamento in via di San Nicola De' Cesarini, l'area pedonale vicino Largo Argentina, a pochi passi dalla sede del Dipartimento della Funzione Pubblica.

'Non eroi ma professionisti' e 'siamo infermieri non prigionieri', sono alcuni degli slogan riportati sui cartelli esposti nei sit-in e presidi in corso.

 

'Stiamo dando anche il sangue', prelievo in piazza infermieri

Manica alzata, laccio emostatico, siringa nella vena. Un prelievo di sangue è l'azione dimostrativa organizzata stamani dagli infermieri durante il presidio in corso a Roma per lo sciopero nazionale indetto dal sindacato Nursind. "Con questo gesto dimostrativo vogliamo dire che siamo arrivati a dare anche l'ultima goccia di sangue - spiega all'ANSA Andrea Bottega, segretario nazionale Nursind - In questi due anni e mezzo di pandemia stiamo dando tutto il possibile, ma la nostra professione in queste condizioni sta morendo. Chiediamo al Governo un impegno concreto per la valorizzazione economica e il miglioramento delle condizioni lavorative degli infermieri che oggi sono schiacciati da turni massacranti. Senza fatti concreti, nei prossimi anni in Italia, non ci sarà più il numero necessario di infermieri, perché i giovani non vogliono più intraprendere questa professione che ha alti rischi e grandi responsabilità, ma bassi stipendi. Se non saremo ascoltati - conclude - il prossimo mese non sarà più una giornata di sciopero, ma due o più".

(ANSA).
   

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