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>ANSA-IL-PUNTO/ COVID, Vda in arancione con 'incubo' rosso

(ANSA) - AOSTA, 14 GEN - La Valle d'Aosta passa in zona 'arancione'. I dati degli ultimi giorni hanno spinto il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ad aumentare le restrizioni nella regione alpina per contenere la diffusione del Covid-19 dopo il boom di contagi di inizio 2022.
    Situazione 'delicata' che è confermata anche dal monitoraggio settimanale Iss: la Valle d'Aosta registra l'incidenza più alta di 'positivi', toccando il valore di 3.087,3 casi per 100.000 abitanti (davanti alla Liguria con 2.845,7 casi e all'Emilia Romagna con 2.783,7 casi). Inoltre detiene anche un altro 'primato', che riguarda l'occupazione per pazienti Covid nei reparti di area non critica salita al 53,5% rispetto alla soglia di allerta fissata al 10%.
    Se la zona 'arancione' non comporta particolari ripercussioni sulla comunità - almeno per i vaccinati - diverso è lo scenario che si aprirebbe in caso di passaggio alla 'zona rossa'. E' una questione di numeri e basta poco per cambiare in una piccola realtà come quella valdostana: ad oggi sono sei i casi Covid ricoverati in terapia intensiva (uno è arrivato in ospedale per un politrauma e poi si è scoperta la sua positività) e con altri cinque si finisce in 'rosso'. "Basta un grave incidente stradale che coinvolge dei positivi e qui chiudiamo tutto" si fa scappare un medico.
    La 'zona rossa' è lo spettro che aleggia sulla regione alpina. Un ritorno al 'lockdown' avrebbe delle gravissime conseguenze sull'economia regionale, a partire dall'industria del turismo invernale che a fatica sta cercando di ripartire dopo un anno di stop. Il tema è stato affrontato durante i frequenti colloqui nelle ultime ore tra l'amministrazione valdostana e il ministero della salute, alla ricerca di una soluzione per non penalizzare le attività e i cittadini.
    Il presidente della Regione, Erik Lavevaz, non ha dubbi: "L'attenta analisi dei dati relativi ai ricoveri ci porta a riflessioni severe nei confronti della scelta di non vaccinarsi.
    Emerge infatti che della totalità dei positivi Covid curati nel nostro nosocomio la stragrande maggioranza (42 persone) o non ha il vaccino oppure è vaccinata in maniera inefficace (da più di 120 giorni). Colpisce in particolare che quasi tutti i pazienti Covid in terapia intensiva non abbiano ricevuto il vaccino".
    "Quella di non vaccinarsi - prosegue - è una scelta di pochi, che però può avere gravi conseguenze per tutti. La situazione della Valle d'Aosta ne è purtroppo l'esempio lampante: la situazione ospedaliera sarebbe radicalmente diversa se tutta la popolazione fosse vaccinata". (ANSA).
   

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