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Nel Piacentino il primo 'ospedale dalla donna' in E-R

(ANSA) - BOLOGNA, 13 NOV - Diagnosi, cura e riabilitazione delle principali patologie femminili: è la nuova vocazione dell'ospedale piacentino di Castel San Giovanni che diventa così il primo "ospedale della donna" in Emilia-Romagna. Il progetto è stato illustrato oggi a Piacenza, fra gli altri, dall'assessore regionale alla Salute Raffaele Donini e dal direttore generale dell'Ausl di Piacenza Luca Baldino.
    La scelta dell'Ausl di dare all'ospedale questa vocazione e specializzazione si traduce in una concreta riorganizzazione. La parte più corposa riguarda l'approdo delle attività chirurgiche di ambito senologico e ginecologico. Tra le ricadute positive, è previsto un incremento di tutta la chirurgia generale, con particolare riferimento alle patologie oncologiche, e delle altre specialità, in particolare per l'ambito degli interventi programmati, della traumatologia e dell'ortopedia elettiva.
    Alcuni passaggi sono già realizzati, altri si stanno perfezionando e si completeranno nelle prossime settimane.
    L'aspetto più innovativo è quello di poter disporre insieme, in un'unica struttura, di risposte diverse e integrate ai bisogni della cittadinanza, in particolare delle donne, offerte dai diversi professionisti, che sono sempre più chiamati a lavorare in rete. L'attenzione del progetto è puntata sull'ambito senologico, sulle patologie oncologiche in ambito ginecologico, senza dimenticare alcune problematiche caratterizzanti il delicato passaggio della menopausa, tra cui le alterazioni del pavimento pelvico, l'osteoporosi e l'elevato aumento di rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari. Un altro aspetto caratterizzante è quello trasversale dell'assistenza psicologica, che sarà offerta alle donne per affiancarle durante i trattamenti terapeutici o in particolati situazioni di bisogno.
    Gli sviluppi del programma prevedono anche un potenziamento tecnologico per un valore di circa 200mila euro, l'attivazione di progetti di ricerca legati alla medicina di genere e alle principali patologie femminili e un'attenzione anche all'accoglienza della donna, con la futura realizzazione di ambienti che facciano sentire la paziente "come a casa", pur essendo in ospedale. (ANSA).
   

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