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Tumori: attività fisica toccasana, più abilità e mobilità

L'attività fisica adattata alle condizioni dei pazienti con tumore aumenta le capacità funzionali del 13% e fino al 40% la forza muscolare, migliorando flessibilità e mobilità articolare fino al 53% e quindi qualità di vita e autonomia. Il movimento, che aiuta anche a ridurre il peso, deve essere parte integrante della riabilitazione dei pazienti dopo la chirurgia. Lo dimostrano i primi risultati del progetto 'Operazione PHALCO' (PHysicAL aCtivity for Oncology) promosso da Fondazione Aiom, che saranno presentati durante la Giornata della Fondazione del 21 ottobre dedicata quest'anno alla salute dello scheletro nei pazienti con tumore in fase iniziale e con metastasi ossee in un webinar. Operazione PHALCO' è il primo progetto nazionale per strutturare un percorso post-operatorio di attività fisica adattata grazie alla collaborazione di oncologi e medici dello sport.

"Sappiamo - evidenzia Stefania Gori, presidente Fondazione Aiom- che chi svolge un'attività fisica moderata per 30 minuti almeno 5 giorni a settimana ha il 7% di rischio in meno di ammalarsi di tumore al seno, il 15% in meno di cancro del colon retto, rene e fegato. Dati consistenti però sottolineano che l'attività fisica è fondamentale anche nei pazienti con tumore, per mantenere una buona qualità di vita e una sufficiente autonomia, diminuire la probabilità di recidive e conservare ossa in salute". Per l'indagine "proponiamo a pazienti con una diagnosi di tumore quattro mesi di attività fisica su misura- rileva Attilio Parisi, rettore dell'Università degli Studi di Roma 'Foro Italico'- attraverso incontri che con la pandemia si sono spostati online. I risultati evidenziano un incremento del 13% della capacità funzionale residua, l'abilità a svolgere compiti che richiedono uno sforzo fisico in casa, sul lavoro. La flessibilità è migliorata del 54%, la mobilità articolare del 14%, la forza muscolare nell'alzarsi dalla sedia o salire le scale del 40 %".

Nell'incontro si parlerà anche di gestione della salute dell'osso durante le terapie ormonali adiuvanti in donne operate al seno e per la prevenzione degli eventi scheletrici da metastasi ossee nelle malattia mammaria e prostatica avanzata. (ANSA).
   

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