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Covid, 2.278 i positivi, 27 le vittime. Locatelli: '85% italiani immunizzati con 2 dosi, 80 con 1'

Sono 2.278 i positivi ai test Covid individuati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 2.748. Sono invece 27 le vittime in un giorno, in calo rispetto alle 46 di ieri.

Gli attualmente positivi al Covid in Italia sono 84.808, con un calo di 494 nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Dall'inizio della pandemia i casi sono 4.700.316, i morti 131.301. I dimessi e i guariti sono invece 4.484.207, con un incremento di 2.745 rispetto a ieri. Sono 364 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per il Covid in Italia, 3 in meno rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri, secondo i dati del ministero della Salute sono 13 (ieri 16). I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 2.651, rispetto a ieri 41 in meno.

"Siamo all'85% che ha ricevuto almeno una dose e l'80% che ha ricevuto due dosi e questo è un risultato formidabile che credo debba essere riconosciuto a tutte le istituzioni sanitarie del Paese, alle attività del commissario per l'emergenza un risultato che ci ha permesso di ridurre la circolazione virale e di ridurre il numero di morti".

    Così a Mezz'ora in più di Lucia Annunziata su Rai3 il presidente del Consiglio superiore di Sanità' e coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli.  "Siamo chiaramente in una situazione largamente favorevole. Abbiamo una curva epidemiologica probabilmente migliore di tutta Europa però sottolineiamo in maniera molto chiara che abbiamo raggiunto questi risultati attraverso la campagna vaccinale e attraverso comportamenti responsabili". Così a Mezz'ora in più su Rai3 il presidente del Consiglio superiore di Sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli che aggiunge:"Non solo la situazione epidemiologica è favorevole ma continua a migliorare e la riapertura delle attività lavorative, così come delle scuole, al momento non ha impattato negativamente". 

Il coordinatore del Cts ha anche condannato le violenze di ieri. "Un conto è il diritto a manifestare il dissenso e questo va assolutamente tutelato, altro invece è un attacco a un'organizzazione sindacale che vuol dire attacco alla democrazia di questo Paese,e questo va stigmatizzato". Così a Mezz'ora in più il presidente Css e coordinatore Cts, Franco Locatelli ospite col segretario Cgil, Landini. Sull'attacco al pronto soccorso: "C'erano professionisti che provano ogni minuto di ogni giorno a offrire aiuto e assistenza - dice - è chiaro che c'è un malessere sociale e economico frutto di questi mesi di pandemia. Va coltivato un dialogo per rassicurare chi non si vaccina perché ha paura". Ci sono persone "pregiudizialmente oppositive a qualsiasi cultura vaccinale e non è una novità tant'è che in passato si è dovuto reintrodurre l'obbligo delle vaccinazioni nell'età infantile esattamente per questa mancanza di cultura delle vaccinazioni che permeano il Paese - ha proseguito Locatelli - ma poi ci sono anche le persone spaventate, incerte, che in qualche modo aspettano che si vaccinino prima gli altri. Qui va attivato il dialogo. Ognuno di noi, qualsiasi persona, ma soprattutto il personale sanitario, ha il dovere civile e morale di fare informazione cultura e rassicurazione fornendo tutte le risposte e non sottraendosi certamente al confronto", conclude il presidente del Consiglio superiore di Sanità (Css) e coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts). 

   Dobbiamo lasciare il green pass così com'è per il momento e poi potremo valutare ed eventualmente cambiare. Gia' oggi il tampone molecolare dura 72 ore. Le scelte fatte nelle ultime giornate sono frutto anche del fatto che il green pass consente maggiore sicurezza. Il 15 è un passaggio importante: faremo una valutazione della tenuta dell'impianto che abbiamo costruito ma la sensazione è che la maggioranza delle persone abbia colto che il green pass è uno strumento di libertà".Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, a Che tempo che fa su Rai tre. "La terza dose è un pezzo importante della strategia che abbiamo messo in campo: si parte subito, già abbiamo quasi 300mila terze dosi somministrate. Le categorie indicate sono molte e alcuni non hanno ancora i 6 mesi trascorsi dal ciclo primario, quindi non saranno tutti vaccinati subito. Verificheremo ancora i dati in arrivo per capire se dobbiamo andare sotto i 60 anni per le terze dosi, io penso che questo sia possibile ma vedremo". Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, a Che tempo che fa su Rai tre.

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