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Diabete, morta chimica che innovo' test urine

(ANSA) - ROMA, 04 MAG - Oggi le persone con diabete utilizzano dei misuratori della glicemia per la gestione della patologia, ma ad aprire la strada al monitoraggio casalingo è stata una chimica, Helen Murray Free. A lei si deve lo sviluppo, nel 1956, di un test che ha semplificato anche molto la diagnosi, basato su strisce reattive nelle urine. Un meccanismo utilizzato oggi nei laboratori di tutto il mondo. A ricordarla, in occasione del suo decesso all'età di 98 anni, e' un articolo il New York a Times. Prima dell'invenzione del test cosiddetto di immersione e lettura (dip-and-read) nel 1956, i tecnici aggiungevano sostanze chimiche all'urina e quindi riscaldavano la miscela su un becco Bunsen, un bruciatore a gas usato in chimica. Il test era scomodo e, poiché non riusciva a distinguere il glucosio da altri zuccheri, i risultati non erano molto precisi. Lavorando con suo marito, che era anche un chimico, la signora Free ha scoperto come impregnare strisce di carta da filtro con sostanze chimiche che diventavano blu quando era presente il glucosio. Il test ha reso più facile per i medici diagnosticare il diabete e ha aperto la strada ai kit di test domiciliari, che hanno consentito ai pazienti di monitorare il glucosio da soli.
    I coniugi Free hanno dovuto affrontare due sfide riguardo al test. In primo luogo, avevano bisogno di perfezionarlo in modo che rilevasse solo il glucosio, la forma di zucchero che si trova nelle urine delle persone con diabete. In secondo luogo, le sostanze chimiche di cui avevano bisogno erano intrinsecamente instabili, quindi dovevano trovare un modo per impedire loro di reagire alla luce, alla temperatura e all'aria.Il primo problema è stato facilmente risolto con l'uso di un enzima sviluppato di recente che reagiva solo al glucosio.
    Per stabilizzare le sostanze chimiche, i Free hanno sperimentato solvente della colla, fecola di patate, vernice, e albumina d'uovo prima di stabilizzarsi sulla gelatina, che sembrava funzionare meglio. (ANSA).
   

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