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Covid: Dpi non riducono la qualità del massaggio cardiaco

(ANSA) - BOLZANO, 04 MAG - I dispositivi di protezione dal coronavirus non influiscono sulla qualità del massaggio cardiaco. Lo dimostra uno studio di Eurac Research e della Croce Bianca. In caso di arresto cardiocircolatorio, la prima misura salvavita è la rianimazione cardiopolmonare. Da un anno a questa parte per le squadre di soccorso, è subentrato un cambiamento importante: a causa del rischio di infezione, è ora necessario effettuare il massaggio cardiaco indossando dispositivi di protezione.
    Fisicamente molto faticoso di per sé, eseguire il massaggio cardiaco con maschere Ffp2 o Ffp3 e tute protettive è percepito dai soccorritori come ancora più impegnativo e difficile. Un team di ricercatori di Eurac Research insieme a soccorritori della Croce Bianca di Bolzano, Merano e Brunico, ha studiato se l'equipaggiamento protettivo comprometta effettivamente la qualità del massaggio cardiaco che è stato eseguito su un manichino speciale, sia con l'attrezzatura di protezione completa che senza. Il manichino permette di misurare con precisione la profondità e la frequenza della compressione. I test non hanno rilevato alcuna differenza nell'efficienza dell'esecuzione.
    "Ci siamo concentrati esclusivamente sulla qualità delle compressioni toraciche - spiega Simon Rauch, medico di terapia intensiva e ricercatore di Eurac Research, che ha condotto lo studio - Naturalmente, ci sono altri fattori che rivestono un ruolo, come il tempo necessario per indossare l'equipaggiamento protettivo, ma qui le squadre di primo soccorso si organizzano in modo che un soccorritore inizi immediatamente la defibrillazione mentre l'altro indossa la tuta protettiva per continuare con le compressioni toraciche. In questo modo non si perde tempo prezioso". (ANSA).
   

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