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Nasce NeMOLab, centro tecnologico per malattie neuromuscolari

Togliere il più possibile terreno alla malattia, favorendo autonomia e una qualità di vita adeguata a chi ha una patologia neuromuscolare e neurodegenerativa. Grazie a soluzioni avanzate, capaci di rispondere ai bisogni dei pazienti: ausili e dispositivi ortopedici all’avanguardia, sviluppo di sistemi robotici, di telemonitoraggio e di analisi dei parametri clinici, programmi di riabilitazione e progetti di realtà aumentata e immersiva. Con questi obiettivi si inaugura oggi a Milano NeMOLab, il primo polo tecnologico italiano per la ricerca e lo sviluppo di soluzioni altamente innovative per le malattie neuromuscolari. Il progetto è stato presentato durante un ANSAincontra sul sito di ANSA.it ed è una nuova iniziativa dei centri clinici Nemo.

Dieci i partner, da Fondazione Telethon al Cnr, Consiglio nazionale delle ricerche, e nove i laboratori, “immaginati ognuno come espressione dei bisogni dei pazienti” secondo il responsabile scientifico del progetto Christian Lunetta. Ortho Lab, Biorobotics Lab e Mobility Lab sono ad esempio spazi dedicati alla progettazione e allo sviluppo di tecnologia cosiddetta abilitante e adattiva, vi è poi Entertainment Lab dedicato allo studio e allo sviluppo di progetti riabilitativi basati sulla realtà aumentata e immersiva, mentre per contrastare la perdita delle abilità funzionali della voce e della capacità visiva sono stati sviluppati Voice Lab e Opto Lab.

NeMOLab introduce un nuovo modo di fare ricerca, nel solco dell’esperienza di presa in carico multidisciplinare, maturata dai sette Centri Clinici NeMO in Italia, unendosi alla vocazione di impresa sociale del Consorzio Gino Mattarelli. In Italia sono 40 mila le persone con una patologia neurodegenerativa o neuromuscolare, come la SLA, la SMA e le distrofie muscolari: malattie invalidanti, ad alto impatto assistenziale, che portano a una riduzione nel tempo dell’autonomia personale, fino a minare, in alcune situazioni, la capacità di svolgere anche i più piccoli gesti quotidiani. “NeMOLab -spiega Alberto Fontana, presidente dei Centri Clinici NeMO- vuole essere un acceleratore di ricerca per sviluppare strumenti a garanzia di una piena integrazione e inclusione. Attraverso la tecnologia è possibile iniziare a superare le barriere fisiche, per arrivare insieme a costruire una società in cui nessuno rimanga escluso”.

Un concetto, quest’ultimo, ribadito anche da Stefano Granata, presidente di NeMOLab, che sottolinea come la sfida futura sia“ fare rete e puntare tutto su crescita e competenze”. “Quello di Nemolab -conclude Fabrizio Sala, Assessore all'Istruzione, Università, Ricerca, Innovazione e Semplificazione di Regione Lombardia, che ha tagliato nastro- è un modello ideale: parte dai bisogni per stimolare la ricerca e poi la ricerca dà risposte direttamente ai bisogni”.

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