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Ottavio, mia moglie con Alzheimer e il rito del bacio

di Elida Sergi (ANSA) - ROMA, 21 SET - Ottavio Comensoli non manca di dare ogni mattina il bacio del buongiorno alla moglie Florida. La sveglia dopo aver predisposto tutto perché la giornata inizi nel migliore dei modi. Nel pomeriggio o al mattino, in giornate normali, la porta a fare una passeggiata nella tranquillità e pace del Lago d'Iseo. Anche se lei non lo riconosce ormai da quattro anni si percepisce che lo considera il suo punto di riferimento.Il loro è un amore che supera i confini: quelli di un tumore, che ha colpito lui, e della malattia di Alzheimer, da cui invece è colpita lei. La famiglia ha affrontato momenti davvero difficili, ma è più unita che mai, anche grazie al sostegno dei figli. La loro storia, raccolta da Ansa per la giornata mondiale dell'Alzheimer, per certi versi somiglia a quella di altre famiglie, con ovviamente delle particolarità.Tutto è iniziato nel 2010, quando la moglie di Ottavio, che aveva 57 anni e lavorava nell'ambito dell'assistenza domiciliare agli anziani, inizia a dimenticare dove deve andare e cosa deve fare. Provetta giocatrice di carte, con una forte memoria, inizia a 'fare cilecca' durante le partite dopocena in famiglia. Dopo due consulti, uno dei quali al San Raffaele di Milano, il responso è univoco: si tratta di Alzheimer. Un duro colpo per il marito e i figli: purtroppo non l'unico. Nel 2014 Ottavio apprende di avere un tumore allo stomaco. Nessun sintomo che lasciasse presagire, eccetto una forte dissenteria che lo ha colto improvvisamente. Nel momento di grande tensione familiare Ottavio dimagrisce di quattro chili.Per fortuna la neoaplasia appare 'poggiata' sul cardias e gli consente, dopo un intervento molto invasivo agli Spedali Civili di Brescia, di conservare comunque una parte dello stomaco. Oltre all'intervento, quattro cicli di chemio prima e cinque dopo. Quando percepisce che si sta riprendendo, sente che può ricominciare a prendersi cura della moglie. "Sono riuscito a organizzarmi -sottolinea- per tenerla a casa. Quando la porto dalla neurologa per le visite semestrali mi dice che dopo tanto tempo la trova ancora abbastanza presente e reattiva". (ANSA).
   

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