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Covid, ora regole e programmazione in studi medici famiglia

Dopo essere stati 'blindati' per fermare la diffusione del virus e non diventare un luogo di contagio, da metà maggio in poi gli studi dei medici di medicina generale hanno gradualmente ripreso le attività ma con misure rigide: si entra stando distanziati, con la mascherina e su prenotazione e l'accesso avviene nell'immediato della visita in modo da non sostare in sala d'attesa. Soprattutto, il Covid ha fatto si che si siano ridotti gli accessi considerati 'impropri': ad esempio per prendere solo una ricetta. Lo spiega il professor Claudio Cricelli, presidente Simg, Società Italiana di Medicina Generale.

"La lezione che il Covid ha insegnato - spiega Cricelli - è che è inutile andare ad effettuare di persona prestazioni che possono essere fatte a distanza. A cominciare dalle ricette: il medico può inviarle. Questo, insieme alla programmazione, ha comportato perlomeno una riduzione di un terzo degli accessi agli studi".

"E' cambiata anche la mentalità del medico - aggiunge - la medicina moderna e' di programmazione: per la maggior parte delle patologie si sa in anticipo ogni quanto tempo occorre vedere un paziente, quando vanno ripetuti gli esami". Gli anziani e i malati cronici si sono dimostrati molto consapevoli: "Hanno compreso l'importanza di risolvere i problemi per cui è possibile trovare una soluzione a distanza da remoto", osserva Cricelli. "Nel periodo in cui gli studi sono stati poco frequentati - conclude - tutte le prestazioni di persona sono state trasferite o al telefono o su WhatsApp e non si perderà più questa abitudine. È possibile scambiare informazioni, non tutte ovviamente. Negli studi sta tornando il necessario. Quello che non può essere fatto solo a distanza".
   

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