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Coronavirus, ISS: 'Si valuta l'uso delle mascherine'

"Si confermano i dati di rallentamento del contagio e si sta valutando il modo in cui dovranno essere utilizzate le mascherine nella fase 2 del contenimento". A dirlo il presidente dell'ISS, Silvio Brusaferro. Le decisioni dipenderanno dalle informazioni relative alle via di trasmissione e dalla situazione relativa alla circolazione del virus nella popolazione. In qualche modo abbiamo iniziato la discesa. È progressivamente un calo. Questo è un passaggio estremamente importante. Ma la curva non è detto che scenda per forza. Se non siamo efficaci nel mantenere il distanziamento, quella discesa si interrompe e si crea una valle per poi ricrescere. La curva decresce e i nuovi infetti decrescono. Le misure stanno funzionando, vanno mantenute. Se non si controlla bene la curva discendente poi riparte rapidamente".

"Non c'è nessuna zona del Paese dove non circoli", ha detto Brusaferro sottolineando l'alta circolazione di Covid-19 in alcune zone. Da qui il messaggio di tenere "molto elevata la soglia delle raccomandazioni e delle restrizioni adottate. Non ci sono al momento evidenze che il nuovo coronavirus circoli nell'aria. Questa via era nota in determinati contesti, come quelli sanitari, ma al momento la letteratura scientifica indica che le principali vie diffusione del virus sono quelle per droplet e per contatto. Viene confermato il fatto che le donne tra i deceduti sono il 30% e comunque mantengono un'età media più alta che rappresenta anche un dato obiettivo nella popolazione. Però il numero di patologie rimane lo stesso e la differenza "è elemento che necessita di approfondimento scientifico. Per l'uso dei tamponi arriva una nuova circolare del ministero della Salute: serve intercettare i casi sul territorio. Le aziende italiane autorizzate a produrre le mascherine chirurgiche con una capacità di filtraggio in linea con quanto prevedono gli standard sono 50, mentre soltanto un'azienda al momento è stata autorizzata anche alla commercializzazione". 

IL PUNTO DELL'ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA'

"Senza misure in 6 mesi - ha sottolineato l'epidemiologo Giovanni Rezza - avremmo avuto immunità di gregge con un grande numero di morti e feriti. Se avessimo mollato - ha proseguito Rezza - al Sud avremmo avuto tante Codogno". L'epidemiologo ha parlato di "moderato ottimismo" per le regioni del sud Italia e spiegato che "se ci sarà una fase 2, questa dovrà essere graduale per minimizzare il rischio di una ripresa del numero dei casi".

"Con i test sierologici per la ricerca degli anticorpi nel sangue - ha specificato il presidente del Consilgio Superiore di Sanità (Css) Franco Locatelli - sarà possibile avere un quadro completo dell'epidemia in Italia. Un quadro - ha aggiunto - che sarà probabilmente diverso regione per regione. Sono otto gli studi sui farmaci anti-Covid-19 al momento approvati dall'Agenzia italiana per il farmaco. Occorreranno ancora pochi giorni per completare la validazione dei test sierologici per la riceca degli anticorpi contro il nuovo coronavirus, che vanno validati in modo metodologicamente rigoroso. Sarà molto importante un'azione in sinergia in vista della riapertura, che sappia conciliare le esigenze del Paese con quelle della salute. Le date per la proroga piuttosto che l' allentamento delle misure di distanziamento sociale spettano solo e unicamente al decisore politico e loro daranno le indicazioni, sicuramente anche con un confronto con noi, all'intero Paese, questo va detto chiaramente". 

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