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Per 'leggere' emozioni di qualcuno non basta guardare il volto

Il volto non è lo specchio delle emozioni come generalmente siamo abituati a pensare. Perlomeno non del tutto: le espressioni facciali non raccontano infatti interamente ciò che stiamo provando. A evidenziarlo è una ricerca guidata dalla Ohio State University, presentata al meeting annuale dell'American Association for the Advancement of Science. I ricercatori hanno analizzato la cinetica del movimento muscolare nel viso umano e confrontato i movimenti muscolari con le emozioni.

Hanno scoperto che i tentativi di rilevare o definire le emozioni in base alle espressioni facciali erano quasi sempre sbagliati. "Ognuno assume diverse espressioni facciali in base al contesto e al background culturale - evidenzia Aleix Martinez, uno degli autori della ricerca - è importante rendersi conto che non tutti quelli che sorridono sono felici. Non tutti quelli che sono felici sorridono. La maggior parte delle persone che non sorridono non sono necessariamente infelici". A ciò si aggiunge il fatto che a volte si sorride o si assumono altre espressioni per l'obbligo delle norme sociali.

Questo non sarebbe intrinsecamente un problema, ma alcune aziende hanno iniziato a sviluppare delle tecnologie per riconoscere i movimenti dei muscoli facciali e assegnare emozioni o intenti a tali movimenti.Il gruppo di ricerca ha analizzato alcune di queste tecnologie e le ha trovate in gran parte carenti.Dopo aver analizzato i dati, il team di ricerca ha concluso che occorre di più per rilevare correttamente le emozioni. Il colore del viso, ad esempio, può fornire indizi."Quando si provano delle emozioni-aggiunge Martinez - il cervello rilascia peptidi (principalmente ormoni) che cambiano il flusso sanguigno e la composizione del sangue, e poiché il viso è inondato di questi peptidi, cambia colore". Anche il corpo umano offre suggerimenti, ad esempio con la postura. E il contesto gioca un ruolo, insieme alle differenze culturali.
   

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