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Valvole cardiache, anche per i più giovani impianti senza bisturi

Potrebbe presto cambiare lo scenario per 250mila italiani che soffrono di stenosi aortica. Sono loro, infatti, i candidabili a una nuova tecnica, la Tavi, l'impianto della valvola aortica senza bisturi, per via percutanea (facendo un piccolo foro nell'inguine). Fino ad ora le valvole con la tecnica Tavi sono state impiantate nei pazienti più anziani, ma la ricerca sta aprendo prospettive interessanti sui più giovani: anche per loro, infatti, si riduce il rischio di ictus del 50%, diminuisce la probabilità di morte e di nuovi ricoveri, oltre a ridurre il tempo del recupero post-operatorio. E' quanto emerge dall'80/mo Congresso nazionale della Società italiana di cardiologia (Sic), in corso a Roma. Secondo i cardiologi italiani le prospettive potrebbero far aumentare del 70% il ricorso a questo intervento più 'soft' per la sostituzione della valvola aortica, che prima o poi può diventare necessaria per il milione di italiani che ne soffre.

"Fino a oggi impiantavamo le valvole cardiache per via percutanea soltanto a pazienti anziani o con molte patologie, con un rischio operatorio elevato. Per questi pazienti la Tavi ha costituito un vero salvavita, perché non c'erano altre opzioni sicure per intervenire in caso di stenosi aortica", dice Ciro Indolfi, presidente Sic. In Italia, il 2% della popolazione in età avanzata "ha una stenosi severa con indicazione all'intervento di sostituzione - aggiunge - quando compaiono i sintomi infatti l'aspettativa di vita si riduce drammaticamente, con una sopravvivenza media di 2-3 anni in persone con angina o sincope e di soli 1-2 anni in pazienti con scompenso cardiaco".

I risultati della Tavi sono particolarmente positivi nelle donne. "Gli studi pubblicati dimostrano che l'impianto Tavi va meglio nel sesso femminile, nonostante le donne abbiano arterie più piccole. Questi risultati sono opposti a quelli di stent coronarici, dove i risultati migliori si ottengono nel sesso maschile", spiega Carmen Spaccarotella, cardiologa interventista al Policlinico universitario di Catanzaro. 

 

- Valvole cardiache, la Tavi è sottoutilizzata in Italia
  La pratica è sotto la media europea. Sic, differenze regionali

La Tavi, la tecnica della sostituzione della valvola aortica senza bisturi, che permette di fare le operazioni senza aprire il torace ma solo con un piccolo foro nell'inguine, è ancora una tecnica poco usata in Italia, tanto che il suo uso è al di sotto della media europea. E quanto emerge dall'80esimo Congresso nazionale della Società italiana di cardiologia (Sic), in corso a Roma. In Italia, spiega Francesco Romeo, presidente della Fondazione 'Il cuore siamo noi', "è tuttora poco utilizzata: si effettuano solo 77 impianti per milione di abitanti, un numero inferiore alla media europea, e molto inferiore alla Germania dove ne vengono effettuati un numero triplo, e alla Svizzera, dove il numero di Tavi è doppio rispetto all'Italia". Per Ciro Indolfi, presidente della Sic, "soffriamo il regionalismo differenziato".

"Le autonomie regionali permettono in alcune zone, come la Lombardia, di dare un sovrapprezzo a chi impianta la valvola. Così l'ospedale ha convenienza a mettere la Tavi - prosegue -. Nel Sud, invece, ci sono meno risorse e meno pazienti che sfruttano questa tecnica innovativa. Questa tecnica così rivoluzionaria oggi non si usa in modo uniforme in tutta Italia per problemi economici". 
   

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