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Solo il 20% delle strutture attento alla sicurezza dei dati personali

La Sanità italiana è sotto il livello minimo di sicurezza nella conservazione dei dati. Un dato allarmante emerso dalla tavola rotonda "Cybersecurity e privacy in Sanità", proposta dal 14 Forum Risk management in Sanità che ha messo in evidenza la necessità di un cambio di passo per garantire una vera innovazione del sistema informatico e di conservazione dei dati.
"La trasformazione digitale deve essere accompagnata da una migliore e più efficiente organizzazione aziendale. L' innovazione digitale viaggia almeno quattro volte più veloce rispetto a quella che interessa i nuovi modelli organizzativi. Pensiamo che oggi gli investimenti digitali riguardino soltanto la manutenzione dei sistemi e non lo sviluppo. Ciò deve farci riflettere", ha detto Massimo Annicchiarico, Dg del San Giovanni Addolorata di Roma. E ancora: "Un processo lento che contrasta con episodi allarmanti: la scorsa settimana 50 milioni di utenti statunitensi di Google sono stati derubati dei dati sulla loro salute".
Enrico Desideri, presidente della Fondazione Gutemberg ha aggiunto: "Ecco la necessità di pensare al Cloud sanitario come punto di arrivo. Stop ai singoli sistemi informatici aziendali, serve formazione del personale ed un'efficace comunicazione ai cittadini perché si crei la percezione di un sistema di raccolta e conservazione sicuro".

 

 

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