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Infettivologhe a Neurologia, Tribunale condanna ospedale

 Due infettivologhe inserite nei turni di guardia notturna del reparto di Neuroriabilitazione dell'ospedale di Oristano senza tenere conto delle loro effettive competenze. Il Tribunale di Oristano ha dichiarato illegittima la decisione dell'Ats con la prima sentenza del genere sull'appropriatezza delle cure: "Adibire le ricorrenti nel reparto di Neuroriabilitazione non appare adeguato a garantire ai pazienti gli interventi necessari al recupero di disabilità importanti, specialmente in casi di emergenza", si legge nella motivazione. 

Accogliendo il ricorso delle due dottoresse, i giudici hanno dichiarato il loro diritto ad essere utilizzate per le mansioni tipiche del loro profilo specialistico di appartenenza. Non solo: la decisione del Tribunale impone il divieto all'amministrazione sanitaria di destinarle a mansioni presso la Neuroriabilitazione, compreso il servizio di guardia interdivisionale, nonché a quello di doppia pronta disponibilità in relazione alla stessa struttura. Le toghe hanno tenuto conto inoltre che quello di Neuroriabilitazione "è un reparto di riabilitazione intensiva ad alta specialità per persone che hanno subito una grave lesione cerebrale con un periodo di perdita di coscienza grave e pertanto richiedono un elevato impegno diagnostico medico specialistico e terapeutico". Quello dei due camici bianchi di Oristano tuttavia non è un caso isolato: a causa della carenza dei medici, specie nell'area dell'emergenza-urgenza, le strutture ospedaliere fanno ricorso sempre più spesso, durante i turni di guardia di notte e durante le festività, di medici con specializzazioni diverse rispetto a quelle richieste nel reparto dove prendono servizio. Numerosi esempi di denuncia vengono riportati dal Network legale Consulcesi che ha raccolto testimonianze da decine di medici di tutta Italia. Come nel caso di una chirurga estetica normalmente addetta alla mastoplastica post-operatorio per tumore al seno chiamata in pronto soccorso ad affrontare traumi da incidente e infarti. O l'oculista con ordine di servizio per il turno di notte che si è trovato davanti una paziente con gravi problemi renali. O ancora il ginecologo alle prese con un paziente colpito da ictus. "E' vero che i medici ospedalieri sono coperti da assicurazione - dicono da Consulcesi - ma quando uno specialista si ritrova a svolgere un'attività al di fuori del suo perimetro di competenza non è più garantito. E quindi, se dovesse essere prodotto un danno a un paziente, chi risponde in questo caso?".
   

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