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Endocrinologi a rischio burnout, ospedalieri i più colpiti

 Esaurimento emotivo, depersonalizzazione, scarsa realizzazione professionale. Sono i sintomi del burnout, la 'bruciatura' professionale di cui soffrono sempre più gli operatori della Sanità. Ad esserne colpiti sono soprattutto i giovani e gli endocrinologi in ambito ospedaliero, con le donne lievemente più sensibili al fenomeno.
    Il burnout è anche associato ad un maggiore rischio di errore medico. Il dato emerge dalla prima indagine italiana di categoria realizzata dall'Associazione Medici Endocrinologi (Ame), resa nota in occasione del 18mo Congresso nazionale a Roma. L'endocrinologo ospedaliero seguito dall'ambulatoriale, risulta essere il camice bianco con il più alto livello di esaurimento, cioè si sente emotivamente svuotato e annullato dal proprio lavoro e prova un inaridimento di sentimenti nel rapporto con gli altri. Per quanto riguarda la realizzazione personale, risulta maggiore nei liberi professionisti, al secondo posto i medici che lavorano in ambulatorio, mentre i meno realizzati sono i medici ospedalieri. Maglia nera per gli ospedalieri pure per la depersonalizzazione: sintomo che si manifesta con un atteggiamento di allontanamento e di rifiuto nei confronti dei pazienti. Il questionario è stato sottoposto ai medici Ame a settembre 2019. "Nell'arco di un mese l'adesione, su base volontaria, è stata sorprendente: su 1290 medici, hanno risposto in 790", sottolineano dall'Associazione.
    "Questo è un segno evidente che il problema è ampiamente sentito tra i colleghi ma è ampiamente sottovalutato", spiega Simonetta Marucci, endocrinologa e coordinatrice del sondaggio dell'Ame.
   

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